A Firenze per sfatare un tabù: la vittoria al Franchi manca dal 1977

Due anni fa clamorosa debacle con Konko in panchina (0-6)

Ignazio Arcoleo (Foto da Wikipedia)

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Il bilancio globale dei 52 match del Genoa in casa della Fiorentina (51 a Firenze più uno, terminato 0-0, giocato a Pistoia il 3 settembre 1989 per la ristrutturazione dello stadio Franchi in vista di Italia 90) registra 32 vittorie della Fiorentina, 16 pareggi e solo 4 successi del Grifone con 104 reti viola e 44 rossoblù. A questo bilancio bisogna aggiungere anche l’unico precedente in serie B (2-2 il 16 novembre 2003 con le reti di “Pluto” Aldair al 57’ e Bjelanovic al 62’ a rimontare il doppio svantaggio maturato nel primo tempo dai gol di Graffiedi al 12’ e Riganò al 46’) e i 3 di Coppa Italia (2 vittorie viola e 1 genoana nel 1962).

L’ultimo successo del Grifone risale a 47 anni fa: 27 marzo 1977 un 2-1 per la squadra guidata da Simoni grazie ai gol di Pruzzo al 67’ e Arcoleo all’80’ (nella foto). Per la Fiorentina, che terminerà il campionato al terzo posto, a segno Casarsa su rigore al 68’ per il momentaneo 1-1.

L’ultimo precedente, giocato lunedì 17 gennaio 2022 (22a giornata) è totalmente da dimenticare per i colori rossoblù. Il Genoa, affidato al tecnico dell’Under 17 Konko per sostituire ad interim l’esonerato Schevechenko, vive un un vero e proprio incubo quella sera. I viola dominano fin dalle prime battute concedendosi pure il lusso al 12′ di sbagliare un rigore, concesso per fallo di Hefti sull’ex Saponara, con Vlahovic: prodigioso Sirigu con un colpo di reni ad arpionare il cucchiaio del centravanti. Passano però solo tre minuti e Odriozola ribadisce in rete una respinta di Sirigu su tiro ravvicinato di Vlahovic, al 34′ i padroni di casa raddoppiano con Bonaventura di testa ad insaccare dopo una discesa incontrastata di Biraghi. Lo stesso Biraghi chiude il match al 43′ con una bella punizione dal limite. Nella ripresa la Fiorentina trova altre tre reti: al 51′ con Vlahovic (pallonetto su Sirigu in uscita), ancora con Biraghi sempre su punizione al 69′ e con Torreira al 77′ (libero di colpire di testa nell’area piccola dopo un bel cross di Ikonè). Genoa frastornato che venne subito affidato al tedesco Blessin il quale riuscì a rimettere in carreggiata una squadra totalmente allo sbando collezionando un filotto di 8 partite senza subire sconfitte (7 pareggi e 1 vittoria), troppi però furono i punti persi nella gestione Shevchenko e il Genoa alla fine venne retrocesso.

Prima di allora le ultime apparizioni al Franchi furono sostanzialmente positive con un bilancio di 7 pareggi in 8 partite. Come quello dell’8 dicembre 2020 (10a giornata) con il Genoa di Maran che gioca bene passa in vantaggio all’89’ con Pjaca e sfiora il raddoppio con Destro un paio di minuti dopo. La Viola però da una mischia mostruosa trova il pari con Milenkovic al 97′ ben oltre quindi i 6 minuti di recupero decretati dall’arbitro Doveri.

Altro pari il 25 gennaio 2020: 0-0 stretto del Genoa guidato da Nicola considerato il rigore sbagliato da Criscito nel primo tempo e il gol mangiato da Pinamonti al 90′ solo davanti al portiere Dragowski.

Identico risultato anche nella drammatica partita dell’ultima giornata del campionato precedente giocata il 26 maggio 2019: pareggio brutto e noioso ma che certificò la salvezza per entrambe le squadre. Il Genoa guidato dall’ex Prandelli dovette aspettare il triplice fischio del Meazza e la vittoria col brivido – traversa subita nei minuti di recupero – dell’Inter sull’Empoli, diretta concorrente per la salvezza.

Ricordiamo anche i pareggi del 17 dicembre 2017 (17a giornata) con il Genoa di Ballardini che strappa un importante 0-0 resistendo agli sterili attacchi dei padroni di casa; del 29 gennaio 2017 (22a giornata) con il Grifone di Juric che va sotto 2-0 per i gol di Ilicic al 17’ e di Federico Chiesa al 50’ ma riesce a rimontare con Simeone al 57’ e Hilijemark al 59’, ad andare nuovamente sotto per il gol di Kalinic al 62’ e a pareggiare definitivamente ancora col “Cholito” su rigore (netto fallo di mano sulla linea di Bernardeschi espulso) all’86’; del 14 settembre 2014 (0-0 nonostante l’espulsione di Roncaglia e grazie ai miracoli di Perin); e del 26 gennaio 2014 (ancora un 3-3 in notturna con la tripletta di Aquilani – due rigori al 33’ e al 57’ e al 42’ – per i toscani e le reti dell’ex Gilardino anch’egli dal dischetto al 27’, Antonini al 34’ e gol finale di De Maio al 77’ CLICCA QUI PER VEDERE LE IMMAGINI).

In tempi recenti ricordiamo le sconfitte per 1-3 del 16 marzo 2008 (con gol viola di Santana, Mutu e Pazzini e della “meteora” Masiero), per 0-1 del 27 settembre 2008 (con gol di Gilardino), per 0-3 del 20 marzo 2010 (con reti di Santana, Gilardino e Babacar), per 0-1 del 2 febbraio 2011(con rete vincente di Santana dopo incertezza del portiere Eduardo), ancora per 0-1 del 30 ottobre 2011 (con gol vincente di Lazzari in contropiede), per 2-3 del 17 marzo 2013 con Ballardini in panchina (con reti del solito Aquilani nel primo tempo per i viola e poi Portanova per il momentaneo 1-1, Cuadrado con la complicità del portiere greco Tzorvas, Antonelli per il nuovo pareggio rossoblù e infine autorete di Cassani per il successo gigliato col Genoa in dieci per l’espulsione di Bertolacci) e infine per 0-1 del 12 settembre 2015 nell’anticipo del sabato della 3a giornata di campionato con rete decisiva di Babacar con un colpo di testa in piena area al 60’ (Genoa incapace di reagire nonostante la superiorità numerica per l’espulsione di Badelj al 63’).

Per quel che riguarda le vittorie del Genoa, quella del 1977 così come le altre 3 curiosamente, si sono concluse con il medesimo punteggio: 2-1. Il 21 ottobre 1928 è anche il primo incontro ufficiale tra le due squadre (la società viola è nata nel 1926) e si gioca al Velodromo Libertas. L’incontro viene deciso dalle reti di Angelo Pilati per i padroni di casa rimontati e superati dai gol di Luigi Burlando (è dunque del difensore genovese scomparso nel 1968 il primo gol della storia del Genoa a Firenze) e Mario Parodi nei minuti finali. Le reti genoane furono contestate in maniera dura dai tifosi di casa al punto da mettere sotto assedio l’arbitro che venne successivamente aggredito alla stazione.

La seconda affermazione del Genoa a Firenze (questa volta nell’attuale stadio in cui la Fiorentina gioca dal 1931) è datata 14 marzo 1937. Il Genoa si impose grazie alle reti di Mario Perazzolo al 26’ e Pietro Arcari al 68’. Il provvisorio pareggio viola al 34’ portò la firma di Benedetto Stella.
Il Genoa si ripeté anche la stagione successiva e il 30 gennaio 1938 sbancò Firenze nuovamente 2-1. Furono di Barsanti al 10’ e Arcari al 59’ le realizzazioni del Genoa mentre Cerroni al 63’ fu il marcatore della Fiorentina.

Da ricordare anche il divertente 2-2 dell’11 novembre 1990 perché in quella partita fece l’esordio con la maglia rossoblù Claudio Branco e perché il gol del definitivo pareggio lo realizzò Tomas Skuhravy al 90’. Quella fu la prima rete in Italia dell’ariete cecoslovacco che col Grifone collezionò 163 presenze e 58 gol in campionato fino al 1996. Per la cronaca in quella partita andarono a segno l’ex Nappi al 6’e Massimo Orlando all’85’ per la Fiorentina e Marco Pacione allo scadere del primo tempo per il Genoa.

Parlando dei precedenti, infine, è doveroso ricordare il drammatico successo della Fiorentina per 3-2 del 22 novembre 1981. Al decimo minuto della ripresa la tempia del numero 10 gigliato Giancarlo Antognoni, già autore del momentaneo 2-1, si scontra con il ginocchio del portiere genoano Silvano Martina uscito per agguantare una pericolosa palla in area. Per l’impatto violento il cuore di Antognoni si ferma per 25 interminabili secondi. Il capitano viola si salva grazie alla prontezza dell’allora medico sociale genoano prof. Pierluigi “Pigi” Gatto (scomparso nel 2009) che rianima Antognoni con l’aiuto del massaggiatore della Fiorentina. Lo stadio rimase con il fiato sospeso per mezzora fino all’annuncio dell’altoparlante sulle condizioni migliorate del giocatore. Ciò non impedì, a fine gara, gli ultras di casa di bersagliare di pietre il settore ospiti provocando qualche ferito. Antognoni riportò una doppia frattura cranica e venne operato. Saltò metà stagione ma tornò in tempo per la gara di ritorno a Genova – una celebre foto immortala la stretta di mano con Martina – e a partecipare e a vincere il Mundial di Spagna dell’estate seguente. L’incidente ebbe anche uno strascico giudiziario per il portiere genoano che alla fine venne assolto in appello dall’accusa di lesioni gravi. I giudici, infatti, riconobbero l’uscita del portiere “corretta e nel rispetto delle regole”.

Francesco Patrone
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