San Fruttuoso e Borgo Incrociati, lo scenario è apocalittico. I commercianti: «Manca anche la luce» (FOTO)

Le mani nei capelli. Gli occhi stanchi di una notte insonne. Quell’espressione persa nel vuoto di chi non sa più a cosa pensare. La Genova che si è svegliata nella mattina di venerdì 10 ottobre ha trovato davanti a sé uno scenario da incubo. Un incubo che è tornato a infestare i pensieri dei suoi […]


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Le mani nei capelli. Gli occhi stanchi di una notte insonne. Quell’espressione persa nel vuoto di chi non sa più a cosa pensare. La Genova che si è svegliata nella mattina di venerdì 10 ottobre ha trovato davanti a sé uno scenario da incubo. Un incubo che è tornato a infestare i pensieri dei suoi abitanti dopo tre anni.

Nel quartiere di San Fruttuoso la gente sta facendo i conti di una notte maledetta. Serrande abbassate, negozi invasi dal fango e dai detriti trascinati dalla piena. È stato difficile rialzarsi tre anni fa, per molti. Ora, invece, sembra ancora più proibitivo. Proseguendo verso da San Fruttuoso verso Piazza Giusti si staglia uno scenario apocalittico, fomentato da una pioggia battente che pare non voler abbandonare il cielo genovese.

Via Archimede è chiusa al traffico: il tunnel sotto la ferrovia è impraticabile persino a piedi. Piazza Manzoni, dove è situato il Municipio del bassa Valbisagno, è invasa dalla sporcizia portata dal torrente, abbassato nel suo livello di altezza ma comunque minaccioso. Se la situazione in queste zone è sconvolgente, quello che si vede in via Canevari e Borgo Incrociati rende l’idea di un girone infernale. Fango, disperazione e disordine. Negozi, ristoranti, panifici, supermercati: tutto chiuso, tutto invaso dalla piena.

Pala in mano, scope e gomme nell’acqua: i Vigili del Fuoco e gli addetti dell’Amiu aiutano in modo incessante i commercianti che hanno ancora negli occhi la piena del 2011 e, alcuni, anche quella del ’70. I titolari della storica trattoria “da Norma” le hanno vissuto tutt’e tre. Oggi, di nuovo, sono costretti a rimboccarsi le maniche: «È un disastro – il loro sfogo -, è un disastro. Il fango è arrivato dappertutto. E in più non vediamo niente, manca pure la luce».

Nel frattempo, ricomincia a piovere sui motorini accatastati e le macchine rovesciate. Alcune saracinesche non si aprono. I Vigili sono costretti ad usare le maniere forti per aprirle: «Quel negozio aveva riaperto a stento dopo l’alluvione del 2011 – osserva un passante – e ora chissà come farà».

Un tuono esplode sulle teste degli uomini al lavoro. Una nuova piena sembra essere scongiurata, ma la paura dei genovesi non accenna a diminuire.

Daniele Zanardi

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