Il mercato tiene a galla il Genoa, ma il club rischia di creare problemi alla Fingiochi

Un articolo di Businessinsider.com, che esamina il bilancio 2015 della holding di Preziosi, spiega che le plusvalenze sono fondamentali per il Grifone, ma scontentano i tifosi

Tomas Rincon (Getty Images)

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Il conti del Genoa sono un problema per Fingiochi, la cassaforte di Enrico Preziosi. Nel bilancio della holding (che possiede il 75% del club), sottolinea la giornalista Carlotta Scozzari su Businessinsider.com, ciò è evidenziato alla voce “rischi e incertezze” del bilancio del 2015, l’ultimo disponibile in Camera di Commercio: “La società Genoa Cfc – si legge nel documento – deve proseguire il proprio piano di riequilibrio economico. Qualora ciò non avvenisse, la società sarebbe esposta al rischio legato alle fidejussioni rilasciate nell’interesse della partecipata”.

Nel documento contabile della finanziaria si rileva che il Grifone ha evidenziato una perdita netta di esercizio pari a 10,5 milioni, con un patrimonio netto negativo per 8,8 milioni. Nel documento è spiegato che “la perdita sofferta è stata comunque coperta nei primi mesi del 2016 grazie alle importanti plusvalenze realizzate nel corso della campagna invernale di calciomercato. Anche il campionato 2015-2016 è risultato positivo e ha visto la squadra posizionarsi alla fine in undicesima posizione”. In pratica, il trading calciatori è fondamentale per il club più antico d’italia: “Il parco giocatori presenta elementi di notevole interesse e ciò ha consentito nella campagna di calcio mercato appena conclusa di ottenere risultati ampiamente positivi, con il realizzo di importanti plusvalenze“. Questa politica però, sottolinea il sito, scontenta molti tifosi poiché vende i giocatori migliori, com’è stato di recente con Pavoletti e Rincon ceduti rispettivamente a Napoli e Rincon. Queste ultime cessioni hanno consentito al Genoa di evitare la ricapitalizzazione che si sarebbe dovuta discutere e approvare nell’assemblea straordinaria dei soci dello scorso gennaio: l’assise è andata deserta per l’assenza della Fondazione Genoa, detentrice del 25%, e di Fingiochi.

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