Alfredo Pedullà : «Se arriva Diego, meglio Spalletti di Gasperini alla Juve»

Il popolare giornalista fa il punto sul valzer degli allenatori sull'editoriale per Tuttomercatoweb


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Le ultime proiezioni danno Gian Piero Gasperini di ritorno a Casa Madre – la Juve – dopo una splendida trafila in quel settore giovanile. Attenzione ai depistaggi. Preziosi, giustamente, si infuria e respinge qualsiasi illazione: certo, se bussasse la Juve sarebbe difficile non liberarlo. Conosco Gasperini dai tempi di Crotone quando spesso doveva arrangiarsi, strappava salvezze e lanciava urla di soddisfazione. Quel Gasperini è diventato grande, si è messo in gioco, ha rivisitato tatticamente certe teorie pur non cadendo in contraddizione. Mai. Si discute sul fatto che sarebbe difficile integrare Diego in quel 3-4-3 che è ormai diventato un culto del “Gasp”. La mia risposta: non lo so, bisognerebbe provare e riprovare, io preferisco Diego dietro le punte, negli ultimi trenta metri e in posizione centrale, con la possibilità di guardare negli occhi i difensori e il portiere avversari. Sotto questo punto di vista sarebbe l’ideale Spalletti e lo dico senza la minima intenzione di mettere in discussione le (stimatissime) capacità tattiche di Gasperini. Spalletti viaggia sull’onda di un 4-2-3-1 che sembra fatto apposta per Diego. Se non 4-2-3-1, almeno un 4-3-1-2 con Diego dietro le punte (due) e con la ferma intenzione di non sottovalutare l’attuale, stratosferico, Iaquinta: se penso che la Juve aveva quasi deciso di metterlo sul mercato, mi vengono i brividi. Oggi Iaquinta è adrenalina pura, un’emozione al secondo, potenza e tecnica, qualità e quantità, grande attaccante. Si tratta di capire come (quando e se) la Roma libererà Spalletti. Da quando don Luciano ha fatto capire di essere intenzionato a congedarsi da Trigoria e dintorni, non passa giorno senza un proclama di Rosella Sensi che dice – addirittura – di pensare a Spalletti come presunto consulente, con un altro ruolo, alla fine della sua carriera. Ma dove, ma quando, nel 2020? Penso che la Sensi farebbe bene a sciogliere la matassa legata alla società: ogni estate la stessa storia, voci che si rincorrono, illazioni o certezze, sussurri e grida. Per rispetto verso i tifosi della Città Eterna sarebbe il caso di fare le cose per bene, con competenza e chiarezza. Non so se Spalletti si libererà dalla Roma, sono i giorni cruciali. Ma per i motivi citati lo vedrei meglio di Gasperini sulla panchina della Juve, fermo restando che Gasperini sarebbe comunque una buona scelta. Fermo restando che Conte sarebbe una grande soluzione perché lo ritengo l’allenatore che lascerà un segno dal 2010 al 2020, un emergente che sa come e quando intervenire dal punto di vista tattico, con la personalità e la convinzione di un emergente di grande successo. Ne approfitto per dare al Bari, e a quei fantastici tifosi, il bentornato in Serie A. Finalmente. Dopo otto anni di sofferenze (calcistiche), dopo otto anni di rincorse inutili, dopo otto anni di budget limitati. Al Bari mancava la serie A, esattamente come la serie A mancava al Bari. L’addio per sempre deve essere consumato con chiarezza: il problema non è – come sostiene l’emozionato Vincenzo Matarrese – blindare Conte se non dovesse andare alla Juve. Il problema è fare un programma all’altezza di Conte e della città, acquistando gente da Bari, corteggiando gente da Bari, sapendo che bisogna intervenire almeno sui sei/sette-undicesimi dell’attuale squadra titolare. E’ questo il nodo che blocca Conte, in settimana sapremo. Perché don Antonio (che piace segretamente anche al Genoa oltre che alla Sampdoria: derby in vista? E l’Atalanta aspetta una risposta entro venerdì) non vuole ritrovarsi a settembre, a campionato in corso, con problemi irrisolti e situazioni difficili. Ecco perché è questo il nodo: Bari merita una grande squadra a prescindere dall’allenatore.

Il valzer degli allenatori terrà banco. Berlusconi ha scaricato Ancelotti, eppure qualcuno parlava di contratto da rinnovare: ma dai, direbbe Mughini… E’ giusto che vada al Chelsea. Spalletti anche per il Milan? Sarebbe una gran volata con la Juve. Pasquale Marino potrebbe stupire tutti dimettendosi da Udine a fine stagione e rinunciando al contratto: Del Neri è un’ombra sempre più ingombrante, la scelta è stata fatta malgrado le smentite di Pozzo senior, soltanto un clamoroso dietrofront potrebbe rimettere tutto in discussione. Per la Roma si parla di Marco Giampaolo che chiaramente lascerebbe Siena soltanto per un grande club, altrimenti non avrebbe senso rompere il contratto. A Catania sono delusi da Zenga (e dalle sue incertezze legate al futuro) anche se legittimamente si può concedere a Walterone qualche dubbio e qualche perplessità. Così a Catania hanno bloccato Gianluca Atzori, un pallino dell’amministratore delegato Lo Monaco, emergente a Ravenna e pronto a tornare da “capo” su una panchina che lo ha visto vice di Silvio Baldini prima e dello stesso Zenga poi. Con Atzori hanno parlato di mercato e bloccato Pratali, difensore del Torino.

Si parla molto di allenatori ed è il caso di segnalare il fallimento di Leo Acori a Livorno: se andasse in serie A passando dai playoff, farebbe il minimo in rapporto allo squadrone che gli hanno messo a disposizione e che non è riuscito a far decollare. Il Livorno non ha schemi, improvvisa. Il Livorno non ha gioco, appena qualche sprazzo nel girone di andata legato comunque alle prodezze dei singoli. In altri momenti il presidente Spinelli ha esonerato un allenatore – a novembre oppure a gennaio – per molto meno rispetto ai disastri attuali commessi da Acori. Il Livorno ha lasciato per strada punti fondamentali contro le piccole (chiara incapacità di fare la partita), ha pareggiato 20 volte e si è segnalato per un’incapacità tattica strisciante. Acori si dia una mossa: il tempo è scaduto. E capisca che non si può tenere contemporaneamente in panchina Danilevicius, Cellerino e Rossini come ha fatto nell’ultima gara casalinga contro la Triestina: roba da suicidio tattico. Un flash su Delio Rossi e Walter Mazzarri, impegnati stasera nell’attesa finale dei Coppa Italia: chi perderà e resterà senza trofeo meriterà “cinque meno” per una stagione deludente. In serie B cambierà il Frosinone: addio a Braglia, occhio ad Arrigoni (vecchio sogno), Maran e Campilongo.

Gli indizi da casa Inter parlano di un Massimo Moratti in frenata sugli investimenti da fare, il presidente non vuole più buttare i soldi dalla finestra. Alla fine gli tornerà l’entusiasmo e tornerà a spopolare sul mercato. Ha in mano Hernanes, centrocampista del San Paolo, contratto pluriennale da 1,5 milioni a salire, ma non lo chiude per due motivi. Il primo: sta seguendo Cesc Fabregas, un sogno quasi proibito in controtendenza (ovviamente) con la voglia di non investire. Hernanes piace molto a Mourinho, ma paga anche il fatto di essere extracomunitario. E in questo momento l’Inter ha un posto libero, un posto che potrebbe assegnare a Didier Drogba se davvero dovesse arrivare un’offerta irrinunciabile per Ibrahimovic, fermo restando Milito come priorità. Un altro posto potrebbe liberarsi con la cessione di Crespo o Cruz, ecco perché Hernanes resta una pista calda a patto che l’Inter decida cosa fare a breve giro di posta. Mikel è a pochi passi, sondaggio per Modric del Tottenham che però è valutato 25 milioni, anche se il club inglese spinge per Burdisso, vecchio pallino. Insomma, siamo alle grandi manovre e alle prime decisioni in arrivo.

Il popolo di Facebook continua a stupirmi per affetto e simpatia: grazie a tutti. In modo particolare a Paolo Parisi, Ernesto Luciano, Dario Celi, Antonio Donnarumma e Paolo Siniscalchi per i complimenti da arrossire. Un saluto a Gianvito Lomorte e agli amici di Melfi: certo che conosco le evoluzioni di quella squadra che si sta battendo con onore in C2 (non la chiamo Seconda Divisioni perché Macalli in tanti anni di gestione ha lasciato irrisolti mille problemi e pensa di cavarsela cambiando nome alla categoria: bah…) Devo alcune risposte e lo faccio volentieri. Alberto Tampoia mi propone l’iniziativa denominata “non si vende Milito” che ha raggiunto le 1600 adesioni fino a venerdì scorso: non so se il Principe resterà, dubito visto cha convolerà a nozze con l’Inter a maggior ragione in caso di mancato sbarco in Champions League, ma l’iniziativa rende l’idea della fantastica passione del popolo genoano. Nicola Baldassare si lamenta del poco spazio avuto dal Bari su alcuni quotidiani, in modo particolare sulla “Gazzetta dello Sport”: capisco le motivazioni, il Bari che tornA andrebbe celebrato con maggiore spazio. A Francesco Petrafesa spero di aver risposto in questo pezzo con le suddette considerazioni su Conte e sul Bari. Luca Massimiliano Peris propone Datolo regista per il Napoli: scusami, Luca, ma non lo vedo. E al momento non lo vedo neanche tra gli undici titolari. Vittorio Amato mi segnala Agazzi della Triestina: buon portiere, ma con magrini di miglioramento. Paolo Cerbone mi parla di Van der Vaart al Napoli: non fidarti troppo Paolo, il mercato è una cosa seria. Gennaro Petrillo mi segnala Nilmar e Iaquinta come coppia offensiva per il nuovo Napoli e Pizarro in regia: caro Gennaro, vorrei dirti “magari”. E se parte Lavezzi perché qualcuno (la Juve, il Liverpool) gli propone un ingaggio più alto, De Laurentiis dovrà dare una risposta ai tifosi. Un saluto ad Antonio Malusa ed a tutti gli amici venezuelani collegati con Tuttomercatoweb: sono tifosi laziali, li terremo aggiornati sul mercato come abbiamo fatto – in netto anticipo – per Zarate. Fabio Cabiddu mi chiede: ma Daniele Conti andrà via da Cagliari? La risposta: il Napoli lo segue, le smentite di Cellino sono da verificare; Daniele è a un bivio, o a vita nel Cagliari (splendida realtà) oppure il salto di qualità. Santino Tumminello spinge per i dettagli sul possibile trasferimento di Pastore dall’Huracan al Palermo: trattativa calda, quasi definitiva, tuttavia il ragazzo ha qualche dubbio. Michele Vigna insiste: ma cosa succede al mio Mantova? Succede, caro Michele, che questa è una stagione sfortunata. A salvezza acquisita confido in un progetto vincente di un presidente che stimo moltissimo come Lori. Nicola rilancia: ma Diego alla Juve escluderebbe Lavezzi? No che non lo escluderebbe, nel 4-2-3-1 di Spalletti oppure nel 3-4-3 di Gasperini (soprattutto nel primo caso) sarebbe perfetto, ma bisogna vedere cosa ne pensa il Napoli. Federico Quaranta si lamenta per il mancato impiego di Darmian e Albertazzi nel Milan: sono giovani, diamogli tempo. Italo è rimasto sconvolto dalla direzione di Ovrebo in Chelsea-Barcellona: sottoscrivo in pieno, un arbitro così andrebbe lasciato a casa.

Il mio computer sta esplodendo tra e-mail, messaggi, inviti e suggerimenti: continuate così, anche su Facebook, c’è spazio per tutti. E grazie ancora, con amicizia.

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