Rubinho, Jankovic e Signorini: i tre volti della felicità 

Il portiere glissa sulle voci di mercato, l'esterno offensivo dichiara amore a Genova, l'esordiente descrive la propria emozione


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Un brasiliano, un serbo ed un italiano… Non si tratta dell’incipit di una barzelletta bensì dei protagonisti genoani che hanno raccontato le loro emozioni per la qualificazione in Europa League dei rossoblù.

«I veri festeggiamenti li faremo solo dopo l’ultima partita – ammette il portiere Rubinho – Contro il Chievo abbiamo giocato bene ma, soprattutto, ci siamo assicurati la qualificazione europea. Peccato, la Champions League si allontana ma non solo abbiamo fatto il massimo ma anche qualcosa in più. Il mio futuro? Questa è casa mia, sono arrivato in B e adesso la squadra è già in Europa League. Ciò non toglie che di mercato non so niente. Dovesse arrivare un’offerta importante a me o alla società…»

Euforia che contagia anche uno dei migliori in campo nella gara contro il Chievo, Bosko Jankovic: «Abbiamo totalizzato sessantadue punti quando mancano ancora due giornate alla fine. Adesso dobbiamo solo pensare a difendere il quinto posto: non sarà facile ma l’organico è composto da professionisti veri. Qui a Genova sto benissimo, mi piace tutto e se dovessi rimanere sarei felice».

Pochi scampoli di gara ma un’emozione indimenticabile. La dinastia dei Signorini, ormai, fa parte della storia del Genoa. Un ipotetico passaggio di consegne quello avvenuto tra papà Gianluca ed il figlio Andrea: «Una sensazione incredibile, non riesco a spiegarla a parole. Lo stadio pieno, il coro al mio ingresso in campo, lo speaker che pronunciava il mio cognome, per me si tratta di una giornata storica. Anche se non ho nemmeno toccato il pallone! Io come il mio babbo? Mi auguro un futuro così ma sarà molto difficile arrivare ai suoi livelli».

Claudio Baffico

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