Genoa, basta parlare di sfortuna: le è già stato imputato troppo

Nelle ultime tre giornate i rossoblù hanno perso almeno quattro punti: decisamente troppi per una squadra che deve salvarsi al più presto possibile

Perin (foto Valerio Pennicino/Getty Images)

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Il secondo tempo del Genoa contro il Bologna ha rappresentato i migliori quarantacinque minuti della stagione. La squadra di Juric ha creato tanto ma realizzato niente, sofferto solo una ripartenza dalla quale è spuntato il bellissimo (dal punto di vista esecutivo) gol di Palacio. Sarà mai possibile vedere la medesima convincente prestazione lungo almeno i tre quarti della partita? Isolare frammenti o pezzi di gara, esaltandone le connotazioni tecniche, conduce a un’analisi monca, incompleta e illusoria. Meglio procedere con un ragionamento complessivo.

Juric ha una proposta di calcio identitaria che esalta soprattutto il collettivo nelle due fasi di gioco, con un solo effetto collaterale: tutti devono attraversare la migliore condizione psicofisica. Siccome la tecnica non abbonda, il Genoa vince e mette in difficoltà chiunque se parte dal sacrificio. In questo momento il Grifo è la quintultima squadra italiana per chilometraggio medio, considerando anche Roma e Sampdoria che hanno una gara in meno. Correre meno dell’avversario è un lusso che i rossoblù non possono permettersi se vogliono raggiungere la salvezza il prima possibile. Il nostro campionato è sì piallato verso l’alto ma nel girone di ritorno i punti valgono il doppio e le squadre invischiate nel vortice basso non regalano più niente.

Il Genoa ha sicuramente qualcosa in più di Hellas, Benevento, Crotone e Spal che al momento esprime a singhiozzo. Con maggiore attenzione le ultime tre partite sarebbero finite diversamente e la classifica (da non guardare fino a Natale) sarebbe disegnata in tutt’altro modo. La squadra di Juric deve giocare con maggiore serenità e libertà derivante dalla consapevolezza dei propri mezzi: certo, non facile in un momento storico così complicato per cento fattori esterni al campo. La conclusione della vicenda societaria ha prosciugato l’entusiasmo, alto a inizio stagione con la sottoscrizione di quasi 18mila tessere. E infine basta parlare di sfortuna, le è già stato imputato troppo.

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