Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova: le suggestioni letterarie di Massimo Prati

"I racconti del Grifo" serie di quadretti sulla storia personale dell'autore, inclusi i ricordi sul Ponte Morandi, il "Golden gate" che ora non c'è più


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«Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova»: questa frase potrebbe costituire un ideale paradigma, un fil rouge che accomuna le varie parti di questo gradevolissimo volume di Massimo Prati. In realtà non si tratta di veri e propri capitoli, bensì di una serie di “quadretti” che rispecchiano sia la storia personale dell’autore, sia la nascita e l’evoluzione del Grifone.

Ebbene sì, miei cari ed affezionati lettori: leggendo quest’opera si è orgogliosi di essere genovesi e genoani e – se non è così, per noi dimenticati da una natura matrigna che ci ha fatto nascere altrove, in Liguria o fuori di essa – di diventarlo. Come succede quando si leggono narrazioni che si sviluppano nel tempo e diventano storia, ci si appassiona a scoprire le somiglianze e le differenze con l’età che stiamo vivendo, poiché la nostra epoca è più schiacciata sul presente che sul futuro (come diceva qualcuno di mia conoscenza, “del doman non v’è certezza”).

Com’è noto, il lettore genoano, almeno nella mia esperienza pluriennale qui a Pianetagenoa1893.net, ha una marcia in più: ama la storia. Ama soprattutto la storia della squadra più antica d’Italia; di conseguenza ama l’ambiente nel quale è nata. Soprattutto, ama le sue trasformazioni.

Specialmente in questo momento, in cui tutti noi ci sentiamo feriti e ancora increduli (non a caso ho scritto questa recensione l’11 settembre), la memoria storica e l’attaccamento a una squadra che fa parte del quotidiano e del nostro cuore, può essere uno spunto per riprendere coraggio, per andare avanti, nella consapevolezza che lo abbiamo fatto moltissime volte e forse molte altre lo rifaremo. Chissà se l’autore, Massimo Prati, parlando del Ponte Morandi nel suo libro avrebbe mai immaginato non tanto di descriverlo, quanto di commemorarlo. Soffermandosi sul periodo nel quale è stato costruito, evidenzia il sentimento di meraviglia che pervadeva le persone sia nell’ammirarlo, sia nel percorrerlo. Con gli anni, afferma Prati, il Ponte era diventato un simbolo per tutti, il nostro “Golden Gate”. Non posso che essere d’accordo. Quel tragico 14 agosto è finita la nostra età dell’innocenza, il sogno di una generazione cresciuta nella fiducia verso il futuro.

E’ vero, è caduto un simbolo. Questo non significa che non ce ne possiamo costruire un altro con modi e tempi che neanche immaginiamo. E allora dobbiamo ringraziare Massimo Prati e le sue belle storie: il Genoa può essere un efficace punto di partenza.

I racconti del Grifo

Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova

Editrice Genovese – Genova – 2017

Ricordiamo che 400 copie sono disponibili attraverso la pagina di Un Cuore Grande così con un’offerta libera

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