Quando un Genoa in zona retrocessione fermò sullo 0-0 un grande Parma

Domenica 7 maggio 1995 con una prova tatticamente molto accorta il Genoa, impegnato nella lotta per la salvezza (non ottenuta dopo la sconfitta contro il Padova per 5-6 dopo i calci di rigore nello spareggio di sabato 10 giugno 1995 all’“Artemio Franchi” di Firenze), riuscì ad imporre l’unico pareggio interno al Parma (sconfitto per 1-3 […]


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Domenica 7 maggio 1995 con una prova tatticamente molto accorta il Genoa, impegnato nella lotta per la salvezza (non ottenuta dopo la sconfitta contro il Padova per 5-6 dopo i calci di rigore nello spareggio di sabato 10 giugno 1995 all’“Artemio Franchi” di Firenze), riuscì ad imporre l’unico pareggio interno al Parma (sconfitto per 1-3 l’8 gennaio 1995 dalla Juventus e per 2-3 il 9 aprile 1995 dal Milan e negli altri quattordici incontri sempre vittorioso con 30 reti segnate e solamente 4 subite). Il Grifone riuscì a mantenere, unica squadra a farlo all’“Ennio Tardini”, la porta inviolata nel Campionato 1994/1995.

Dopo un 1° tempo avaro di emozioni, il Genoa andò vicino al vantaggio all’11’ della ripresa con un tiro di alleggerimento di Nicola «Nick» Caricola II che colse impreparato il portiere emiliano Luca Bucci (il pallone colpì due volte la parte superiore della traversa, prima di terminare sul fondo). Dieci minuti dopo, su cross dalla destra di Roberto Mussi, il colombiano Faustino «Aspirina» Hinestroza Asprilla con un’involontaria deviazione a palombella con il ginocchio sinistro andò vicino alla rete, ma il portiere degli ospiti Davide Micillo non si fece sorprendere, smanacciando in calcio d’angolo. Le notizie delle reti della Lazio (che si impose per 3-0) sul campo della Juventus capolista diedero grandi stimoli agli uomini di Nevio Scala, che erano secondi in classifica (e con i bianconeri, tornati quell’anno a vincere lo scudetto dopo nove anni, avrebbero poi vinto la Coppa U.E.F.A. e perso la Coppa Italia, entrambe con finali strutturate su incontri di andata e ritorno), ma l’unica occasione degna di nota fu sprecata al 35’ da Stefano Fiore I con un tiro di sinistro alto sulla traversa della porta di Micillo, il quale si era un attimo prima opposto con la tibia sinistra a una conclusione da pochi passi di Dino Baggio.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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