Genoa-Torino, un secolo fa: una tripletta di «Polidor» Walsingham evitò la sconfitta al «Figlio di Dio» De Vecchi nel suo esordio in rossoblù

Recentemente, il 12 ottobre, il sito della Fondazione Genoa 1893 con un articolo del sottoscritto ha ricordato, senza entrare nella descrizione dell’incontro, il Centenario dell’esordio in Campionato con la maglia del Genoa di Renzo «il Figlio di Dio» De Vecchi, sicuramente il giocatore migliore del periodo aureo del Genoa e probabilmente – effettuando l’ovvia parametrazione […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Recentemente, il 12 ottobre, il sito della Fondazione Genoa 1893 con un articolo del sottoscritto ha ricordato, senza entrare nella descrizione dell’incontro, il Centenario dell’esordio in Campionato con la maglia del Genoa di Renzo «il Figlio di Dio» De Vecchi, sicuramente il giocatore migliore del periodo aureo del Genoa e probabilmente – effettuando l’ovvia parametrazione al periodo di attività agonistica – dell’intera storia del club. In quella prima giornata del campionato 1913/1914, che si sarebbe concluso con la conquista del titolo da parte dei nerostellati del Casale, il diciannovenne terzino sinistro prelevato dal Milan, insignito del ruolo di capitano al posto dello scozzese John Wylie «l’uomo che ride» Grant (infortunato al pari di Angelo «Baletta» Dellacasa I), diede un saggio della sua bravura, ma il miglior uomo in campo si rivelò l’inglese Percy Grahame «Polidor» Walsingham, autore di tutte le reti della triplice rimonta dei padroni di casa.

Dopo soli sei minuti i granata sbloccarono il risultato con un tiro non certo irresistibile dell’italo-argentino Francesco «Cisco» Mosso I che sorprese l’elvetico Max «magister elegantiarum» Surdez. Dopo alcuni minuti il tecnico inglese del Genoa, «mister» William «Billy» Garbutt decise di accentrare nella linea d’attacco Walsingham, spostando all’estrema sinistra Campodonico, che degli undici giocatori della squadra di casa era l’unico all’esordio assoluto nel massimo campionato. Al 33’ del 1° tempo Walsingham sorprese con un calcio di punizione da una trentina di metri tanto il portiere degli ospiti Umberto Pennano quanto il terzino destro Carlo Capra II, che si era appostato nei pressi della linea di porta. La partita, costantemente di buon livello, si accese tra il 14’ e il 17’ della ripresa con le ultime due reti granata firmate da Mosso I (al termine di un travolgente contropiede) e da Guido Debernardi II (con un tap-in in mischia dopo una prima ribattuta di Surdez) ed inframmezzate dalla seconda segnatura di Walsingham al 16’. Dopo che lo stesso Debernardi II aveva colpito un palo, si arrivò al 39’ alla «scena madre» dell’incontro (molto simile nella sua dinamica alla rete dell’1-0 segnata dall’italo-brasiliano Thiago Motta nel 3-2 interno inflitto alla Juventus sabato 11 aprile 2009), che fruttò il definitivo pareggio al Genoa: dopo essere entrato in area di rigore, Walsingham venne caricato da Capra II e i difensori granata si fermarono, asserendo di aver sentito un fischio dell’arbitro milanese Nino Resegotti (che negò di averlo emesso), prima che l’attaccante inglese calciasse il pallone in rete.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.