Correva l’anno 1964: il Genoa non riuscì a forzare il catenaccio dell’Atalanta

Nonostante le diverse occasioni da gol, il Grifone di Roberto Lerici non riuscì a conquistare la vittoria contro gli orobici di Ferruccio Valcareggi

Gianfranco Zigoni

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Tra i motivi della quarta retrocessione in Serie B della sua storia il Genoa dovette annoverare le non molte vittorie ottenute nel 1964/1965 al “Luigi Ferraris”. Fu quella la prima delle tre volte su quarantaquattro (comprese le otto di Serie B) in cui i rossoblù vinsero entrambi i derbies (2-1 in casa domenica 22 novembre 1964 e 1-0 in trasferta domenica 4 aprile 1965), ma negli altri sedici incontri nell’impianto di Marassi riuscirono a piegare solamente la Lazio e la Fiorentina nel primo e nell’ultimo impegno di Campionato (1-0 domenica 13 settembre 1964 e 4-1 domenica 6 giugno 1965), il Messina (2-0 domenica 31 gennaio 1965), il Foggia Incedit (l’1-0 di domenica 28 febbraio 1965 fu l’unica vittoria contro una squadra non classificatasi nelle ultime sette posizioni) e il LaneRossi Vicenza (3-1 domenica 16 maggio 1965). Un incontro che, se vinto, avrebbe cambiato le sorti del Campionato fu quello di domenica 13 dicembre 1964 con l’Atalanta, la squadra che all’ultima giornata poté accontentarsi di un pareggio interno «a reti bianche» contro la Sampdoria (il Genoa, la meglio piazzata delle tre retrocesse, finì il Campionato a 28 punti, i blucerchiati, in compagnia della Lazio, a 29 e gli orobici, in compagnia del LaneRossi Vicenza, a 30).

Quel giorno gli uomini di Roberto Lerici, il tecnico rivarolese subentrato all’allenatore brasiliano Paulo Amaral Lima dopo l’VIII giornata con i rossoblù che, in compagnia della Lazio a 4 punti, avevano dietro solamente il Mantova, che aveva ottenuto un solo pareggio, ed erano distanziati di sei lunghezze dalla Sampdoria, che due giornate prima era in prima posizione appaiata al Milan, cercò con una determinazione non eccessiva di avere ragione della tattica difensivista dell’Atalanta di Ferruccio «zio Uccio» Valcareggi, che dopo quella stagione sarebbe passato nei ranghi federali, diventando Commissario Tecnico della Nazionale Italiana tra il 1966 e il 1974 (otto anni impreziositi dalla conquista della Coppa Europa per Nazioni nel 1968 e dal secondo posto nella Coppa Rimet di due anni dopo).

La partita ebbe i momenti più interessanti nei suoi primi ed ultimi minuti di gioco, eccezion fatta per l’occasione forse più propizia di tutto l’incontro, quando all’inizio della ripresa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo Piero Gardoni negò con un salvataggio di testa quasi sulla linea di porta su tiro di Renato Cappellini, servito da una «torre» di Glauco «Nino» Gilardoni, la rete del vantaggio ai padroni di casa. Il portiere bergamasco Pier Luigi «Nano volante» Pizzaballa venne chiamato subito al lavoro per bloccare a terra un tiro-cross dalla sinistra con cui Elio Vanara aveva concluso un’imperiosa discesa e poco dopo sarebbe entrato in azione anche l’estremo difensore dei padroni di casa Mario Da Pozzo per sottrarre con un’uscita bassa il pallone a Luciano Magistrelli servito da Luigi Milan. All’8’ Pizzaballa non si fece trovare impreparato su una forte conclusione rasoterra di Gianfranco «Cavallo pazzo» Zigoni sr., servito dalla sinistra da Gilardoni a coronamento di un’esemplare azione di contropiede; sulla successiva azione Magistrelli venne trattenuto in area di rigore da Maurizio Bruno, che non fu punito con la massima punizione dal signor Luciano Politano di Cuneo; al 19’ Massimo Giacomini mandò con un colpo di testa su traversone di Gilardoni il pallone di poco sopra la traversa.

Nella ripresa, al 31’, Magistrelli, dopo aver evitato con una veloce azione di contropiede sulla destra gli interventi dei difensori del Genoa Bruno ed Angelo Colombo, non riusciva a battere Da Pozzo fattoglisi coraggiosamente incontro in uscita bassa. Al 33’ l’arbitro, che tre minuti prima non aveva sanzionato con la concessione di un calcio di rigore un netto fallo di Milan ai danni di Pantaleoni III (che venne ammonito per proteste), indicò la via degli spogliatoi a Gardoni (che era stato ammonito ventisette minuti prima per un brutto intervento ai danni di Vanara e venne sostituito nelle mansioni di libero negli ultimi minuti di gioco dall’arretramento in difesa di Graziano Landoni) per un suo fallo da tergo ai danni di Zigoni sr. sul fronte sinistro d’attacco del Genoa. I rossoblù, trovandosi in superiorità numerica, strinsero d’assedio l’area di rigore orobica, ma Pizzaballa riuscì al 35’ a bloccare in tuffo un forte tiro di Vanara e cinque minuti dopo a deviare in corner una potente conclusione di Gilardoni.

Genova, domenica 13 dicembre 1964, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 14,30

Genoa-Atalanta 0-0 [XII giornata del Campionato di Serie A 1963/1964]

Arbitro: Politano [Cuneo]

Spettatori: quindicimila circa

Genoa: 1 Da Pozzo, 2 Bruno, 3 Vanara, 4 A. Colombo, 5 Bassi, 6 F. Rivara, 7 Cappellini, 8 Pantaleoni III, 9 Zigoni sr., 10 Giacomini, 11 Gilardoni. All.: Lerici

Atalanta: 1 Pizzaballa, 2 Pesenti I, 3 Nodari, 4 Bolchi, 5 Gardoni, 6 U. Colombo, 7 Milan, 8 Landoni, 9 Petroni, 10 Mereghetti, 11 L. Magistrelli. All.: Valcareggi

Note: espulso al 33’ del 2° T. Gardoni (A)

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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