Dei quattro assenti di oggi solo due avrebbero realisticamente avuto possibilità di giocare. Sono Armando Izzo e Miguel Veloso. L’influenza del difensore e il ginocchio infiammato del centrocampista complicano i piani sebbene le due defezioni saranno assorbite in maniera diversa dal Genoa. Andiamo per ordine. Ballardini perde Izzo ma recupera Biraschi dopo che ha smaltito un problema muscolare con del lavoro differenziato in settimana: il tecnico rossoblù lo considera come prima scelta e con buone probabilità sarà titolare contro il Sassuolo. Opzione secondaria, Rossettini: in questo caso la linea del Grifo – senza palla – sarà a quattro in virtù dell’arretramento a terzino di Rosi.
L’assenza di Veloso, numericamente risolta con Omeonga o Brlek, entrambi pronti, darà dei problemi di fluidità alla manovra del Genoa. Il portoghese è sempre rimpianto quando non gioca. Veloso si sta evolvendo nel suo ultimo tratto di carriera: è uno stile di gioco meno appariscente del passato, prende meno rischi ma la sua palla arriva sempre a destinazione, indipendetemente dalla lunghezza del tragitto che deve compiere. Ballardini perde un geometra in mezzo al campo, così il ruolo dell’architetto Bertolacci assume ancora più importanza e responsabilità.
Il Sassuolo veste un abito sui generis, un 4-3-3 alla Iachini, perciò fatto di tecnica al servizio della corsa, e non viceversa: non a caso gli emiliani sono tra le squadre che segnano di meno in campionato. Per prima cosa il Genoa non concederà superiorità numerica a centrocampo, settore dove regnerà l’equilibrio: la differenza sarà fatta dentro le aree di rigore (stavolta è meglio non dimenticare nello spogliatoio la cattiveria nella finalizzazione sottoporta… ) e con le sostituzioni degli allenatori. Per battere il Sassuolo e rimpossessarsi di una classifica dignitosa saranno necessari quattordici uomini e una lucida lettura del match.
