Lettera/Roberto Rusconi: «Quella trasferta a Cosenza in Panda per il Grifone»

Minimo storico di paganti contro il Chievo. Dovrebbe far riflettere. Purtroppo la passione del tifoso genoano è all’ultima tacca della voce pazienza. Eppure non è il nome dell’avversario che ci faceva andare allo stadio. Io che ho visto giocare il Genoa in serie C a Imperia, Savona e Chiavari. Che esultavo x le parate di […]


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Minimo storico di paganti contro il Chievo. Dovrebbe far riflettere. Purtroppo la passione del tifoso genoano è all’ultima tacca della voce pazienza. Eppure non è il nome dell’avversario che ci faceva andare allo stadio. Io che ho visto giocare il Genoa in serie C a Imperia, Savona e Chiavari. Che esultavo x le parate di Leonardi o Spalazzi, per i gol di Cini o di Bordon. Che ero di casa a Como, Novara, Varese, Lecco, Brescia, Pisa, Monza. Che sono andato in Panda 30 a Cosenza (Dario Bianchi, Fabio Domenichelli, Carmagnola erano con me). Noi che quando il Genoa era vero amore salivamo sul treno speciale o in pullman e via alla partita con qualsiasi tempo. Amicizie vere, risse, bandiere ai balconi fieri dei nostri colori. Fieri dei giocatori che indossavano la nostra casacca. Dei giocatori che combattevano. Mi ricordo un Bologna-Genoa con un gol di Chiappino con la testa fasciata: grande. Ecco cosa ci manca. Giocatori che mettano in campo le nostre stesse passioni, la nostra voglia di lottare per il rosso e per il blu. Che restino con noi il tempo necessario a capire cosa vuol dire giocare per il Genoa. Non importa che siano dei fenomeni ma che escano dal campo con le ginocchia sanguinanti. Che ci coinvolgano.

Ma oggi, sig. Presidente e signori giocatori, siete in grado di capirlo?

Roberto Rusconi robertorusconi@caletrasporti.it

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