La lavagna tattica: tanti moduli nel Genoa, ma senza costrutto

Finché c’è da difendere il Grifone c’è, ma alla prima difficoltà evapora dal campo

La rovesciata di Conti (Gety Images)

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L’Atalanta suona il “De profundis” al “Ferraris”, questo Genoa è davvero poca cosa. Oggi, più che mai, è difficile fare un’analisi tattica di Genoa-Atalanta. Non solo per il roboante 5-0 con cui gli orobici si sono imposti, ma soprattutto per l’ennesima prova priva di carattere degli uomini di Mandorlini. E pensare che il Genoa non era partito neanche così male, anzi, per 25 minuti ha saputo tenere testa ai bergamaschi imbrigliandone la manovra. La mossa di Mandorlini di avanzare Izzo a centrocampo per inibire Kurtic, il vertice alto del centrocampo atalantino, stava dando i suoi frutti. Non solo, sia Laxalt che Lazovic stavamo presidiando in maniera perfetta le corsie, riducendo al minimo le scorribande offensive di Conti e Spinazzola. Il Genoa ha però evidenziato i difetti che lo stanno affliggendo ormai da troppo tempo, senza riuscire a risolverli. La scarsa produzione offensiva e l’assenza di carattere hanno permesso all’Atalanta di uscire fuori dal guscio, senza dover produrre uno sforzo eccessivo. La rovesciata di Conti ed il rigore trasformato da Gomez – concesso per un intervento ingenuo di Gentiletti sullo stesso Papu – hanno tagliato le gambe dei rossoblù. Ecco, oggi più che di tattica è giusto parlare delle difficoltà caratteriali degli uomini di Mandorlini. Finché c’è da difendere – anche in maniera egregia direi – il Genoa c’è, ma alla prima difficoltà evapora dal campo. E su questo che deve lavorare Mandorlini, perché se i valori tecnici non sono altissimi, bisogna trovare altre risorse, attingendo dal carattere e dalla grinta: ma da troppo tempo il serbatoio degli stimoli sembra essere vuoto, pericolosamente vuoto.

Mister Mandorlini (Getty Images)
Mister Mandorlini (Getty Images)

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