Tarcisio Mazzeo: «Al Genoa serve un attaccante di peso»

Archiviata la pausa per le nazionali, il Genoa torna al lavoro in vista dell’impegno casalingo contro il Novara di Attilio Tesser. Recuperando i giocatori convocati dalle rispettive rappresentative, mister Malesani avrà a disposizione l’intero gruppo che, d’ora in avanti, dovrà una volta per tutte svelare la sua vera identità. Lo dovrà fare in un autentico […]


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Archiviata la pausa per le nazionali, il Genoa torna al lavoro in vista dell’impegno casalingo contro il Novara di Attilio Tesser. Recuperando i giocatori convocati dalle rispettive rappresentative, mister Malesani avrà a disposizione l’intero gruppo che, d’ora in avanti, dovrà una volta per tutte svelare la sua vera identità. Lo dovrà fare in un autentico tour de force di fine anno solare che lo vedrà impegnato quasi sempre ogni tre giorni, tra campionato, recuperi e Coppa Italia. Pianetagenoa1893.net analizza il momento della squadra rossoblù con Tarcisio Mazzeo, inviato e vice-caporedattore della redazione della Rai di Genova oltreché conosciutissima voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” di Radio1 e per l’occasione il nostro “giornalista della settimana”.

L’ultima partita del Genoa in questo campionato è stata con la Fiorentina, l’ultima interna invece, con la Roma. Quanto può incidere questa lunga sosta nelle gambe e nella concentrazione del gruppo rossoblù?

I giocatori sono orma abituati ai ritmi schizzofrenici del campionato. Sono giovani e ben allenati, quindi non credo che queste pause si sentano in modo particolare sulla struttura fisica: Malesani e il suo staff di preparatori sanno sicuramente come lavorare in questi casi. Il problema è la concentrazione, sulla quale pesa sia l’abilità dell’allenatore che la maturità del giocatore.

Domenica arriva il Novara di Tesser: quale insidie nasconde la gara contro i piemontesi?

Il Novara l’ho visto diverse volte, ultimamente con la Roma quando l’ho raccontata durante “Tutto il calcio minuto per minuto”. È una squadra ben allenata, ben gestita e che presente un forte senso del gruppo. Rispetto alla squadra promossa dalla serie B, che a sua volta veniva da un’altra importante promozione, ho l’impressione che l’attacco non abbia trovato ancora la quadratura giusta, nonostante la presenza di un giocatore come Meggiorini, noto anche all’ambiente Genoa. Giocare in B è un conto, giocare nella massima serie è sicuramente un altro. Se l’anno scorso con Bertani e Gonzales il reparto avanzato funzionava bene, in questa stagione è normale che ci sia qualche difficoltà in più, dato l’impegno maggior che richiede la Serie A. E’ una formazione compatta che gioca in velocità, propensa alla verticalizzazione rapida grazie anche alla facilità con cui i giocatori riescono a trovarsi; in difesa invece si denota qualche lacuna anche a causa dei problemi di formazione che Tesser, in qualche modo, ha dovuto gestire. Si tratta in un avversario da affrontare con attenzione ma che, oltre ad essere alla portata, il Genoa può e deve assolutamente battere.

Sul fronte offensivo, Caracciolo scalpita nonostante le numerose voci di nuovi attaccanti in arrivo a gennaio. E’ arrivato il suo momento?

Di Caracciolo penso che sia un bravo giocatore ma che ha un assoluto bisogno di sentire la fiducia della squadra. In un ambiente che vuole un gioco di alto livello e che ha ambizioni importanti, come la piazza genoana che in questi anni è stata abituata benissimo, l’ex attaccante delle rondinelle trova delle difficoltà. A Brescia ha fatto benissimo, grazie alla fiducia della società e della tifoseria oltre alla continuità di gioco che gli permetteva di essere sempre titolare. Ora è normale che il pubblico rossoblù pretenda quel qualcosa in più che la società sta già cercando di acquistare per gennaio, dopo l’affare Gilardino sfumato nelle ultime ore del mercato estivo. Per i quartieri alti serve una punta di maggior peso, mentre Caracciolo può benissimo essere la seconda scelta.

Con il Novara tornerà un Miguel Veloso esaltato dal gol su punizione contro la Bosnia.

Veloso è un giocatore che il Genoa ha voluto aspettare con curiosità e interesse che, dopo le critiche dell’anno scorso, ha fin qui disputato un avvio di stagione molto positivo. Ogni tanto è normale che avvenga una battuta d’arresto, ma ritengo che complessivamente il livello delle sue prestazione sia soddisfacente per la società. Nel reparto di mezzo, Malesani ha a disposizione giocatori importanti come Merkel, un giovane che ha un’esperienza da veterano, come Seymour che è un elemento di qualità e come Jorquera, uno dei talenti più puri del campionato italiano. L’elemento che ha reso meno, nonostante le altissime aspettative, è stato Kucka: disturbato dalle voci di mercato che lo davano all’Inter già da gennaio, non ha saputo dare quel contributo che la società si aspettava.

Per il centrocampo rossoblù non c’è assolutamente niente da fare se non tenere sotto pressione positiva i giocatori, gestendoli in campo e fuori e chiedere loro di dare tutto quello che hanno a disposizione.

Dainelli è in recupero e Kaladze deve osservare ancora un turno di squalifica: lanciare titolare Granqvist sarebbe un azzardo?

Penso di no. È un giocatore arrivato in Italia con delle robuste credenziali e con molta esperienza alla sue spalle. Il Novara ha una grande velocità nel cambio di fronte del gioco: si compatta e parte con giocate verticali veloci. Serve velocità e, se lo vediamo noi da osservatori, lo vedranno ancora meglio Malesani e i suoi collaboratori che sono pagati apposta per queste cose. Il Genoa ha gli uomini giusti per affrontare al meglio il Novara: i due centrali dovranno essere molto attenti e veloci per contrastare le azioni offensive dei piemontesi che prediligono le incursioni per vie centrali. Con il ritorno di Kaladze, infine, la difesa riacquisterà una certa tranquillità.

Difesa, centrocampo, attacco: qual’è il reparto che l’ha sorpresa o delusa di più?

Finora i rossoblù hanno offerto un rendimento discreto, quindi non parlerei di delusione. Il vero problema del Genoa, come detto prima, è l’attacco. Palacio canta e porta croce: nell’ultima partita che ho raccontato a Genova ha impostato, si è spostato sulla sinistra, è ritornato al centro per fare la sponda per il compagno che l’ha cercato nuovamente sulla destra per andare al tiro. Dopo essere entrato tre volte nell’azione, è stato nuovamente chiamato per finalizzare l’azione: così è impossibile giocare. Lui ha bisogno di aver vicino una prima punta di peso che veda la porta e che impegni la difesa avversaria. Pratto non è una prima punta: sin dalla prima volta in cui l’ho visto giocare, avevo molti dubbi sulle sue doti da attaccante d’area. È un giocatore che ha senso di sacrifico ma che non tira in porta. L’attacco è il tallone d’Achille di questa squadra, sul quale Malesani e Preziosi dovranno lavorare. Il campionato è lungo e l’opportunità di rifarsi arriva già questa domenica contro il Novara: la differenza di valore tra le squadre c’è e si vede.

Daniele Zanardi

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