GIULIO VIGNOLO: «La sfortuna non potrà  perseguitarci per sempre»

La bella e sfortunata prova contro l’Inter, il momento delicato che sta attraversando il portiere Eduardo, la probante trasferta di Palermo, oltre all’emergenza infortuni. Sono tanti i temi all’ordine del giorno in casa Genoa. Per approfondirli meglio, Pianetagenoa1893.net ha contattato uno dei giornalisti più apprezzati a livello locale: Giulio Vignolo. L’uomo del momento in casa […]


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La bella e sfortunata prova contro l’Inter, il momento delicato che sta attraversando il portiere Eduardo, la probante trasferta di Palermo, oltre all’emergenza infortuni. Sono tanti i temi all’ordine del giorno in casa Genoa. Per approfondirli meglio, Pianetagenoa1893.net ha contattato uno dei giornalisti più apprezzati a livello locale: Giulio Vignolo.

L’uomo del momento in casa Genoa, suo malgrado, è il portiere Eduardo. Il valore del giocatore non si discute ma l’errore compiuto contro l’Inter è stato considerato da molti un vero e proprio campanello d’allarme…

«Qualsiasi portiere si giudica dall’affidabilità. Nessuno chiede di compiere miracoli, se poi arrivano tanto meglio, ma almeno che dia sicurezza alla squadra. Eduardo è molto bravo nelle uscite a palla bassa e contro il Bari ha salvato il risultato in almeno tre circostanze con interventi davvero straordinari. Ha invece evidenziato qualche lacuna nei tiri dalla distanza, come ad esempio contro il Catania, e si è distinto per qualche uscita avventata. Il suo primo neo in rossoblù risale all’amichevole di Atene contro il Panathinaikos, in nazionale ha commesso due gravi errori ed in campionato ha destato qualche perplessità in diverse circostanze. In sostanza, Eduardo è un portiere dotato di ottimo istinto ma a cui manca la scuola».

Il gol subito da Muntari è dovuto ad un rimbalzo irregolare del pallone o, purtroppo, tutte le responsabilità vanno attribuite al portiere?

«Ho rivisto l’episodio almeno quindici volte: il dubbio di una leggera deviazione permane ma quando il pallone gli è saltato davanti si è fatto trovare già con entrambe le ginocchia per terra. La sfera gli è poi rimbalzata sul braccio e non c’è più stato nulla da fare».

Al di là del risultato, contro l’Inter si è visto un ottimo Genoa, forse il migliore della stagione…

«Le tre gare più convincenti disputate dal Grifone sono state quelle contro Fiorentina, Milan e Inter ma, alla fine, hanno portato alla causa la miseria di un punto. La classifica non è tragica ma un po’ deficitaria. Gli infortuni muscolari, inoltre, hanno spesso condizionato le scelte del tecnico e così sarà anche a Palermo, con Milanetto costretto a saltare la gara per squalifica».

Proprio gli infortuni, in questo inizio di campionato, non hanno dato tregua al Genoa. Valide e numerose le alternative ma risulta difficile convivere a lungo con l’emergenza.

«Per uno scherzo del destino, finora si è sempre infortunato il giocatore più in forma, o, comunque, più importante. Veloso, ad esempio, dopo un inizio un po’ stentato, stava facendo vedere le proprie qualità ma una distorsione l’ha messo fuori combattimento, Palacio era incontenibile ma un problema muscolare lo ha costretto allo stop mentre Rudolf, dopo il gol di Roma, si era confermato a buoni livelli in Coppa Italia contro il Grosseto. Un risentimento muscolare, però, ha messo fuori causa anche lui per la sfida casalinga contro l’Inter. I problemi principali riguardano la zona centrale del campo e gli esterni d’attacco. Sarebbe importantissimo, per Palermo, recuperare almeno Kharja ma al momento non appare così scontato».

Tra le note positive il rendimento difensivo. Crede che ormai si sia trovata la quadratura del cerchio?

«Contro l’Inter i rossoblù si sono schierati con tre centrali e questo modulo mi è piaciuto molto. Credo che anche a Palermo possa essere riproposta una tattica prudente considerando la difficoltà dell’impegno. Sono convinto, però, che il Genoa abbia tutte le carte in regola per tornare dalla Sicilia con qualche punto. La sfortuna non potrà perseguitarci per sempre e, a quel punto, inizieremo a raccogliere ciò che finalmente ci spetta».

Claudio Baffico

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