GRIFO D’ATTACCO – La Serie A e il virus del sospetto

Fino al 13 maggio la classifica non sarà definitiva e le gare da recuperare risentiranno della cultura del sospetto

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Il giornalista Beppe Nuti, voce e volto storico delle emittenti radio-tv genovesi

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La Serie A si ferma ma solo in parte. La Lega ha infatti rinviato a mercoledì 13 maggio cinque partite della ventiseiesima giornata di campionato: tra queste anche Milan-Genoa. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, direttore di Antennablu, nella 161ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

L’importante è lavarsene le mani… «Tempistica sbagliata e tardiva, la gestione doveva essere effettuata in ben altro modo. Così viene meno la certezza del calendario. Il campionato doveva essere fermato interamente per due giornate. La Lega ha scelto il male minore, ossia il rinvio, scongiurando le porte chiuse che sono la fine dello sport. Il coronavirus ha messo a nudo la pochezza della governance del calcio».

Le istituzioni sportive brancolano nel buio? «Hanno scatenato un pandemonio, altro che pandemia. La Serie A così è falsata perché fino al 13 maggio la classifica non sarà definitiva e le gare da recuperare risentiranno della cultura del sospetto, delle squalifiche, degli infortuni, della forma fisica che a fine stagione sarà deteriore rispetto a oggi. Il piano si è inclinato a sfavore di molti club».

Tra questi c’è anche il Genoa? «Sì, e chi è club coinvolto nella corsa salvezza. I rossoblù avranno un maggio pesantissimo con derby, Inter e Milan in dieci giorni: la speranza è che la situazione si normalizzi già da sabato prossimo, contro il Parma. Queste scelte irragionevoli stanno danneggiando la Serie A. Si prenda ad esempio l’Uefa che in tempi rapidi manda le squadre a giocare su un campo neutro in ogni caso di necessità».

I tifosi sono i soggetti principalmente colpiti. «La loro passione, il vero motore del calcio, è calpestata. Così seguire la propria squadra del cuore diventa una rincorsa in salita tra costi esorbitanti e orari sempre più assurdi. Il profitto ormai impera sull’aspetto sentimentale».

Alessandro Legnazzi | Beppe Nuti

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