ROBERTA BONASEGALE: «Ho costretto il sindaco a sedersi davanti all'”altarino” di Milito»

La parrucchiera dei vip confessa a Pianetagenoa1893.net gli "sfottò" al primo cittadino genovese, Marta Vincenzi, di fede calcistica sampdoriana che accetta con grande sportività 


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Questa settimana Pianetagenoa1893.net ha trovato il Grifone impegnato tra caschi, shampoo, phon, forbici e rasoi. E’ Roberta Bonasegale la protagonista della nostra rubrica, titolare di un noto negozio di hair stylist in pieno centro di Genova. La “signora dei ricci e della permanente” è una professionista altamente specializzata, tifosissima del Genoa sin dalla più tenera età come nella tradizione di famiglia. Come Gasperini non ama le “doppie punte”, ma predilige il gioco “aereo e voluminoso”. Roberta racconta al nostro giornale anche i garbati “sfottò” con Marta Vincenzi. Il sindaco di Genova è di fede sampdoriana, ma accetta sportivamente le prese in giro della sua parrucchiera: soprattutto in occasione degli ultimi tre derby vinti dal Vecchio Balordo.

In famiglia siete tutti genoani oppure ci sono tifosi di altre squadre?

«Siamo una dinastia di tifosi Doc del Genoa, se non addirittura docg ossia a denominazione controllata e garantita. I genitori di mia mamma e del mio papà erano genoani: quindi siamo nati in una famiglia di “supergenoani”».

Nessuna “devianza” quindi?

«Nemmeno mio marito e quello di mia sorella: anche i nostri figli sono consacrati al Grifone. Non c’è alcuna “devianza” come la chiama lei».

Ha qualche ricordo d’infanzia legato alla sua squadra del cuore?

«La prima partita l’ho vista all’età di quattro anni al vecchio Ferraris. Andai con mio padre in Gradinata Nord: ci sedevano proprio in cima dove c’era un grosso chiodo. Tutti lo toccavano perché si pensava che portasse fortuna al Genoa. Io non ci riuscivo perché ero troppo piccolina e non riuscivo ad afferrarlo: allora papà mi prendeva in braccio e potevo farlo. Mi sentivo felicissima per questo. I suoi amici mi portavano tante caramelle, cioccolatini e altri dolciumi: in attesa della partita li mangiucchiavo sedendomi sul cuscino e posando la bandierina rossoblù».

Qualche settimana fa abbiamo intervistato l’avvocato Biondi che ci ha raccontato un episodio analogo: quindi mi conferma che i tifosi rossoblù sono superstiziosissimi?

«Non è una vera e propria superstizione: direi che è più una sorta di cabala volta a propiziare un risultato favorevole. Ho anche un altro ricordo non molto piacevole».

Quale?

«Anni fa c’era l’usanza di dar fuoco ai barattoli di pittura per fare i fumogeni. Avevo inalato i fumi di uno di essi: tempo pochi secondi e mi ritrovai a terra svenuta. Mi portarono fuori in barella dalla Nord».

Ha anche un ricordo riguardante una partita in particolare?

«La prima partita che vidi con il mio ex marito fu davvero sfortunata. Il Genoa era in serie B alla fine degli anni ’80: non ricordo l’avversario. Però ricordo perfettamente che arrivammo in ritardo poiché non riuscivamo a trovare un parcheggio per la nostra auto: il Grifo perdeva 1-0 per un’autorete di Pecoraro».

Adesso si reca ancora allo stadio?

«Sono stata abbonata fino al 2001. Purtroppo adesso il mio lavoro mi costringe a rinunciare al mio Genoa: la domenica e il lunedì siamo impegnati nei corsi di formazione. Ci vado più raramente: sono andata a vedere le gare di Europa League con Odense e Lille».

Quali sono a suo giudizio le differenze tra il calcio di 20-30 anni fa e quello attuale?

«Un tempo c’era un’atmosfera molto più amichevole: adesso ci sono troppi episodi di teppismo e violenza che non mi piacciono affatto. C’era meno astio: ora è tutto molto più estremizzato».

Uno dei suoi clienti più noti è il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, la cui fede calcistica è sampdoriana: vi siete mai scambiate qualche sfottò?

«Devo dire che il sindaco è molto sportivo e sa stare agli scherzi. Dopo il secondo derby dell’anno scorso avevo preparato sullo specchio della mia postazione un “altarino” con una serie di foto di Milito. Le ho detto di accomodarsi sulla poltrona sita dinanzi ad esso: lei si è rifiutata».

E cosa le ha detto?

«Caro sindaco se lei vuole che la pettini deve sedersi qui. Avete perso il derby e deve pagare dazio. Lei si è rassegnata e con grande fair play ha detto: “Dovrò subire di vedere Milito mentre lei mi pettina”».

Il sindaco non ha battuto ciglio anche dopo la sonora sconfitta per 3-0 dello scorso novembre?

«Ha cominciato a lamentarsi su una serie di presunti episodi irregolari. Io le ho detto: “Caro sindaco, quando si perde non c’è nulla da fare”. Ciò vale anche, e sottolineo purtroppo, i 25 metri dell’area di rigore della Juventus».

Ha anche altri aneddoti su personaggi famosi?

«C’erano alcuni giocatori della squadra che arrivò nella semifinale Uefa nel 1992 a cui praticavo uno shampoo volumizzante destinato a migliorare i colpi di testa».

E sembra che gli sia servito…

«Assolutamente sì, visto che il Grifo arrivò in semifinale».

Come giudica finora la stagione del Genoa?

«Può dare sicuramente ancora molte soddisfazioni: speriamo di restare nella zona Europa League. L’importante è arrivare a fine campionato in una posizione superiore all’altra squadra di Genova».

I cugini?

«Noi non abbiamo cugini: bisogna assolutamente sopravanzarli. Genoa è solo rossoblù».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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