Cesare Lanza: «Genoa da scoprire, ma può ambire a un posto in Europa»

Il celeberrimo giornalista e autore tv racconta a Pianetagenoa1893.net i punti deboli e quelli di forza del Grifo. «Il problema di Gasperini è quello di consolidare il gruppo tra i vecchi giocatori del gruppo e i nuovi arrivati»


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Critiche sulle scelte operate da Gasperini, ma anche tanta fiducia nel tecnico del Genoa e speranza per un campionato che proietti la squadra verso l’Europa. Cesare Lanza, celeberrimo giornalista e autore televisivo da sempre innamorato del Grifone, racconta in esclusiva a Pianetagenoa1893.net quali sono a suo giudizio i punti deboli e quelli di forza del Vecchio Balordo. E anticipa al nostro giornale i suoi progetti futuri.

Il Genoa è ai minimi in classifica dal ritorno in serie A: quali sono i motivi a suo giudizio?

«Una certa trasparente refrattarietà dell’allenatore ad accogliere i nuovi giocatori, dopo la solita tempestosa campagna acquisti di Preziosi. E’ un peccato perché, se è vero che l’anno scorso Preziosi smobilitò la grandezza acquisita con Milito e Thiago Motta (e Ferrari), quest’anno i campioni neo rossoblù, da Chico a Veloso. da Rafinha a Zuculini, arrivati dall’estero, sono rinforzi potenzialmente di prima qualità. Si è passati da un eccesso all’altro: da una formazione praticamente uguale a quella dell’anno scorso, salvo il portiere, all’esclusione contemporanea, salvo ripescaggi dalla panchina, dei “vecchi” storici come Marco Rossi, Milanetto e Sculli. Ho grande stima per Gasper: spero che riesca ad amalgamare vecchi e nuovi secondo il suo stile, senza pregiudizi».

Ricorda un periodo analogo attraversato dalla squadra?

«E come no! Ho 68 anni, tifo per il Genoa da quando ne avevo sette… in più di sessant’anni ne ho viste di tutti i colori. Non sono preoccupato come fu, in anni anche recenti! Il problema è che quest’anno c’erano tutte le premesse per fare un campionato spettacolare… E ancora ci spero».

Eduardo è stato criticato dai tifosi per il gol subito a San Siro da Ibrahimovic: è tutta colpa sua?

«Eduardo è un ottimo portiere, l’ho seguito nel mondiale. E’ sicuro di sé, dà tranquillità ai compagni. In quel gol c’è stata una prodezza di Ibra, non un errore genoano: nè di Eduardo nè di Dainelli e Ranocchia»

Anche Veloso e Toni non sono apparsi in buona forma: occorre forse ancora un po’ di tempo per il loro inserimento negli schemi di Gasperini?

«Per me Veloso è un grande campione: salvo Pirlo e Pizarro non ci sono tanti centrocampisti capaci di metterti il pallone sul piede a cinquanta metri di distanza. I problemi fisici e muscolari di Toni erano noti. Spero che sia in buona salute. Se c’è un problema, è la mancanza di un’alternativa importante. Ci voleva un Pellissier, per intenderci, un Tiribocchi».

Quali sono i punti di forza ancora inespressi dal Genoa?

«Da Ranocchia – che sta andando benissimo – mi aspetto moltissimo. Per me può diventare il numero uno nel suo ruolo, lo avevo osservato tante volte anche nel magnifico Bari di Ventura l’anno scorso. Stilisticamente è straordinario. Tecnicamente non ci sono altri giovani difensori al suo livello. Deve imparare ad esprimersi con un pizzico di cattiveria in più. Veloso, come ho detto, è un leader. Ottimo anche Chico, ottimo Rafinha. Se Toni ci regala una stagione senza infortuni e ricca di gol, siamo ancora in tempo per ambire a un posto in Europa. Il problema di Gasperini però è quello di consolidare il gruppo, trovano armonia tra i vecchi che conoscono il suo gioco e le sue esigenze, e i nuovi – che devono imparare. Al posto di Gasperini io passerei dal suo tradizionale 3-4-3 a un più razionale 4-4-2. Con un quartetto difensivo composto da Chico, Ranocchia, Dainelli e Criscito (o Moretti, tenendo Criscito più avanti), siamo da primi posti. Forse Gasperini snobba Zuculini, che mi sembra un potenziale fortissimo martello a centrocampo. Ho visto tanti filmati che lo riguardano, è fortissimo. Insomma, un Genoa tutto ancora da scoprire, mi auguro che ci sia sincera armonia tra i vertici della società e l’allenatore».

La prossima partita a Marassi contro il Bari potrebbe essere quelle del riscatto per il Grifo?

«Il Bari, con il Palermo, è la squadra che gioca il miglior calcio oggi in Italia. Il Bari casalingo mi ricorda, con le dovute proporzioni, la disinvoltura e la positività di gioco di alcune formazioni storiche del Brasile. Giocatori che non buttano mai la palla, la giocano con ammirevole assetto tattico e con qualità tecniche di prim’ordine. Non sarà una partita facile, ma a Marassi abbiamo un giocatore in più: dopo le delusioni con il Chievo – meritata, anche per alcune scelte stravaganti di Gasperini – e con la Fiorentina – immeritata perchè meritavamo di vincere – spero che riusciremo a prendere i tre punti. Ma non sarà facile».

Passiamo alle sue attività: cosa bolle nella pentola di Cesare Lanza?

«Mi sto dedicando molto alla mia Accademia, aperta ai giovani che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo, televisione e cinema in particolare. Ho creato per loro un programma che andrà su Gold Tivu ogni venerdì sera in prima serata, e su un circuito nazionale di varie emittenti interessate, oltre che su due canali Sky. E’ la prima volta che i nuovi talenti desiderosi di imparare si misureranno immediatamente su un fronte operativo, senza tanta teoria e con gavetta a tutto campo! Quanto a me, sto scrivendo un libro, sempre dedicato (senza sussiego, anzi con molta umiltà) ai giovani, ho finito di scrivere un film e sto prendendo accordi con la distribuzione: spero di poter girare a primavera. E, a teatro, sto lavorando a una commedia musicale. Più di così, considerando anche qualche impegnuccio televisivo, alla mia età non riesco a fare…»

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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