Genoa, l’incapacità di cambiare grammatica di gioco costa caro

Pochi gol fatti, tanti quelli subiti: gli indicatori del Genoa sono tutti al ribasso. Il gioco monocorde del Grifo d'inizio stagione preoccupa

Helander atterra Federico Ricci (foto Valerio Pennicino/Getty Images)

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Gli analisti del calcio appartengono a due tipologie differenti: quelli scientifici che studiano approfonditamente mille statistiche della partita e quelli pragmatici che guardano un solo dato, il risultato. Lo ha detto pure Carlo Ancelotti, che ha vinto cinque Champions League in carriera, in un’intervista: «Possiamo rendere il calcio una scienza esatta ma il numero che più conta saranno i gol che fai in più del tuo avversario». Quanta verità. Il Genoa fa una fatica immane ad andare a segno, e quando ci prova spesso sembra che non ci vada convinto, spinto dalla giusta cattiveria agonistica-mentale.

In questo momento Ivan Juric indossa i panni del timoniere che durante la tempesta accantonna la disperazione per incitare il proprio equipaggio a non mollare, vedendo all’orizzonte un raggio di sole. Contro il Bologna il Grifo poteva pareggiare, forse anche vincere: ma se non si mettono in rete tre palle gol in mezz’ora – due delle quali detonate da Mirante, che ha semplicemente fatto il suo lavoro – allora il risultato merita di essere un altro.

Poi c’è l’assoluta piattezza del gioco rossoblù. Il Genoa propone sempre allo stesso modo – arrivando ciononostante a costruire occasioni da rete – riuscendo a sorprendere l’avversario solo con un inizio ‘alla John Rambo’ (vedere per credere i falli di Veloso e Pellegri dopo nemmeno cinque giri d’orologio). A gara in corso non cambia mai la propria grammatica di gioco, difatti le sue partite finiscono quando cala l’intensità. I calciatori del club più antico d’Italia ce la stanno mettendo tutta, è evidente in ogni partita: ma gli equilibri non si spostano sostituendo un terzino per un terzino, le partite non si recuperano inserendo un’ala per un’altra ala. Ci vuole ciò che Juric ha dimostrato nello splendido girone d’andata dell’anno scorso. Lucidità e coraggio nelle scelte.

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