Genoa, è tutto qui?

La squadra di Juric ha sofferto il calcio semplice dell'Udinese: 4-4-2 a chiudere ogni spazio e contropiede. Il salto di qualità deve essere generale

Lapadula in campo con il Genoa (foto di Tanopress)

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Se fosse una raccolta di poesie il Genoa visto al Friuli sarebbe ‘Ossi di seppia’ del genovese Eugenio Montale. L’aridità della prestazione dei rossoblù, paradossalmente immersa nel diluvio del nord est, ha sconcertato il popolo genoano e fatto correre la maggioranza degli analisti a profonde analisi. Questa squadra è attrezzata per salvarsi? La superficialità può essere un peccato mortale in un’annata di storica transizione come quella in corso: l’attuale proprietà sta concentrando la gran parte degli sforzi nella trattativa con Sri Group, il quale scruta il Genoa in trasferta con Beniamino Anselmi.

In campo la squadra è lenta, troppo bassa di baricentro e nasconde la personalità. Juric voleva dominare l’Udinese partendo forte fin da subito ma la squadra di Delneri ha aspettato e convertito in rete l’unico episodio di calcio. La partita, per il resto, è stata noiosa, a tratti sembrava che gli interpreti non avrebbero segnato nemmeno con l’ausilio delle mani. La pioggia e un campo che andava progressivamente a riempirsi di fango hanno accentuato gli scontri stile rugby-wrestling: Behrami-Biraschi (sigh), Omeonga-Pezzella, tanto per citare i più evidenti. No, questo non è il Genoa pugnace che conclude stremato gli allenamenti sotto il sole di Pegli.

L’Udinese ha avuto la meglio con un calcio semplice: il 4-4-2 scritto sulla distinta diventava, sull’erba, un 4-3-3 con l’avanzamento di De Paul. Chiusura di ogni spazio, occupazione omogenea del territorio e contropiede. Sana ricetta italiana. Il Genoa ha dato fin da subito l’impressione di essere stanco, come se nel riscaldamento avesse corso una mezza maratona: fino al 70′ perdeva ogni contrasto e arrivava tardi sulle seconde palle. L’impossibilità d’incidere a gara in corso con le sostituzioni ha evidenziato maggiormente gli errori iniziali di mister Juric. Con due gare al Ferraris all’orizzonte serve salto di qualità a livello generale per trasformare l’aridità di Udine in un giardino rigoglioso.

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