WE ARE GENOA/ Fulvio Collovati: “Quell’impresa all’Anfield Road..”

Genoa-Liverpool: una doppio confronto che ha fatto storia. Anzi, la Storia. Vent’anni fa, gli attuali nonni o padri di famiglia facevano parte di quel popolo che spinse una squadra senza pari ad un’impresa destinata a rimanere impressa nella memoria di ogni genoano. Fiorin e Branco prima, due volte Aguilera dopo, permisero al glorioso Genoa di […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Genoa-Liverpool: una doppio confronto che ha fatto storia. Anzi, la Storia. Vent’anni fa, gli attuali nonni o padri di famiglia facevano parte di quel popolo che spinse una squadra senza pari ad un’impresa destinata a rimanere impressa nella memoria di ogni genoano. Fiorin e Branco prima, due volte Aguilera dopo, permisero al glorioso Genoa di Osvaldo Bagnoli di approdare alla storica seppur infelice semifinale di Coppa Uefa con l’Ajax, battendo con merito una delle squadre più forti nel panorama calcistico europeo. A vent’anni di distanza da uno dei momenti più importanti, se non il più importante, della tradizione del Grifone, Pianetagenoa1893.net ha voluto celebrare la doppia impresa contro il Liverpool intervistando in esclusiva uno dei protagonisti di quel doppio confronto: Fulvio Collovati, roccioso difensore centrale in coppia con il Capitano, Gianluca Signorini, ed attualmente uno dei più noti opinionisti sportivi della Rai.

Vent’anni fa, battendo il Liverpool nel doppio confronto nei quarti di finale di Coppa Uefa, il Genoa scrisse la storia. Qual è il suo ricordo?

Fu un’impresa per tanti motivi: fummo la prima squadra italiana ad uscire vittoriosa dallo storico Anfield Road, tornado negli spogliatoi tra gli applausi dei tifosi inglesi. Fu una partita vera, vinta con merito. Oltre all’impresa però, il fatto di essere gratificati dal pubblico di Liverpool fu davvero particolare.

Quale dei due successi le diede più soddisfazione?

Sicuramente la partita all’Anfield ci trasmise delle emozioni uniche. Oltre ad essere i primi italiani a vincere a Liverpool, fu una partita straordinaria. La difesa diede prova di una memorabile prestazione e così, forti del successo dell’andata, riuscimmo ad approdare in semifinale.

Ricorda quelle emozioni?

Senza dubbio, ma sono quelle sensazioni che puoi provare solo in campo e quindi difficili da manifestare, da esprimere. Il Liverpool aveva una delle formazioni più titolate, con giocatori come Rush, Barnes ed altri elementi della Nazionale dell’Inghilterra. Quel Genoa funzionò e sconfisse la temibile squadra dei Reds: non fu solamente difesa incontrastata, anzi riuscimmo a metterli più volte in difficoltà. Il risultato lo dimostra.

Qual era il segreto di quella squadra?

Forse era il fatto di non avere nessun segreto. La rosa era formata da ottimi elementi, a cominciare dal reparto offensivo con Aguilera e Skuhravy. Il centrocampo poteva contare su giocatori da Nazionale come Ruotolo e Bortolazzi e anche la difesa fu uno dei maggiori punti di forza di quel Genoa, con nomi come Branco, campione del mondo con il suo Brasile, e Braglia, che in quel periodo visse una vera e propria esaltazione. In generale, la squadra era circondata da un ambiente favorevole, a 360 gradi. Mi sento tuttora molto legato al Genoa, per il quale conservo, insieme alla città, un bellissimo ricordo.

In molti hanno paragonato il Genoa europeo a quello guidato da giocatori come Thiago Motta e Diego Milito: qual è la formazione più forte?

Parliamo di epoche diverse ed è molto complicato, se non impossibile, paragonare queste due squadre. Basta pensare al fatto che noi ci qualificammo al quarto posto in campionato, fino allo scorso anno valido come “pass” per la Champion’s League, e arrivammo in semifinale di Coppa Uefa battendo una della squadre più forti e blasonate dell’Europa. Diciamo che ogni epoca ha i suoi campioni, ma noi, vent’anni fa, ottenemmo grandi risultati.

Tornando al presente, qual è il suo pensiero sul Genoa attuale?

Il Genoa ha cambiato filosofia. Ci sono molti giocatori stranieri, con alcuni che faticano ad ambientarsi più di altri. È una squadra rinnovata, forse troppo: questo può essere il suo limite. È difficile portare avanti un progetto cambiando di continuo, ma questo sembra un anno di transizione, viste anche le difficoltà nel reparto difensivo, il più battuto del campionato. Un attacco con Palacio e Gilardino è degno delle prime posizioni, ma nel calcio non si offende solamente: senza una buona difesa ed un centrocampo che protegge, è difficile ottenere dei risultati.

Il Genoa potrà tornare ai grandi livelli di vent’anni fa?

Se i giocatori riuscissero a stabilirsi in pianta stabile in un progetto, credo di si. Ora il nostro campionato presenta un certo equilibrio e quindi penso che, per una squadra come il Genoa, non sia troppo proibitivo cercare di arrivare nelle prime sei posizioni in classifica. Cambiando spesso, invece, tutto questo non sarà possibile.

Daniele Zanardi

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.