Promossi&bocciati: Perin santo subito, De Maio leader, Antonelli spicca il volo

Perin 8: Mette la firma sul primo successo sull’Inter dal ritorno in A con una prestazione da protagonista. Autoritario su Jonathan, prodigioso su Palacio, assurdo su Guarin, miracoloso su Botta. Santo subito. O almeno da convocare al mondiale. Antonini 6.5: gioca il suo derby personale con la cattiveria (agonistica) dell’ex milanista e l’intensità da genoano […]


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Perin 8: Mette la firma sul primo successo sull’Inter dal ritorno in A con una prestazione da protagonista. Autoritario su Jonathan, prodigioso su Palacio, assurdo su Guarin, miracoloso su Botta. Santo subito. O almeno da convocare al mondiale.

Antonini 6.5: gioca il suo derby personale con la cattiveria (agonistica) dell’ex milanista e l’intensità da genoano che lo ha contraddistinto in questi mesi in rossoblù.

De Maio 7: Tiene a bada un certo Milito e guida il reparto con il piglio da leader. Partito Manfredini, il francese si candida seriamente per il posto fisso al centro della difesa. Linea Maginot.

Marchese 6.5: Spazza via i dubbi in merito alla sua adattabilità come centrale di difesa, disputando una partita di tutto rispetto nella linea a quattro. Va vicino al gol nella ripresa: Handanovic gli dice “no” da due passi.

Antonelli 7: Decide il match con un’incornata senza diritto di replica, incendiando il Ferraris nonostante la pioggia battente. Non ancora al meglio, si sacrifica mettendo a disposizione la sua tenacia e la sua esperienza. 

Vrsaljko 6.5: concentrato su ogni insidioso pallone che schizza dalle sue parti, è una sicurezza sulla corsia di destra. Collabora con Antonini a respingere colpo su colpo, rendendo complicata la vita ai nerazzurri in cerca di cross da mettere in mezzo.

Bertolacci 6.5: Imprevedibilità e sostanza al servizio della squadra. E’ capace di risolvere l’azione con una giocata elegante come di sporcarsi le mani per spezzare la manovra avversaria. Per tutte le occasioni.

Cofie 5.5: Tanta, troppa imprecisione per il centrocampista ex Chievo. Rischia di combinare la frittata in più di un’occasione con una serie di passaggi orizzontali da vietare ai minori di anni 18. Si riprende leggermente nel secondo tempo, ma non abbastanza da ottenere la redenzione. Malcapitato.

Sturaro 6.5: Hai capito, il ragazzo. Personalità da veterano unita alla grinta dell’esordiente. Commette alcuni errori di impostazione nel primo tempo che però non possono abbassare il voto per una prestazione da giovane promessa. (27′ st De Ceglie 6: esordio bagnato, esordio fortunato)

Fetfatzidis 6.5: Pesciolino imprendibile per gli squali nerazzurri nell’acquario del Ferraris. Guizza da una parte all’altra del fronte d’attacco, non disdegnando di “risalire la corrente” per aiutare i compagni in copertura: gli manca solo il gol. Nemo. (30′ st Konatè 6: entra per sfruttare i palloni vaganti e prendere in contropiede la provata difesa nerazzurra. Al gol di Antonelli esulta e prega come se avesse segnato lui stesso)

Gilardino 6.5: il gol, complici il campo pesante e la prontezza di Handanovic, non arriva ma il suo contributo resta ugualmente decisivo sull’andamento del match. Preoccupa l’intera difesa meneghina e tiene alto il baricentro del Genoa collezionando sponde e appoggi con la sua esperienza. Quel pallone davanti alla porta rallentato dal campo grida ancora vendetta. (40′ st Calaiò sv)

L’allenatore – Gasperini 7.5: accantonato l’usato sicuro, si affida al fiammante gruppo dei figli degli anni ’90, sorprendendo tifosi e avversari. Avrà la meglio, nonostante i centimetri e i chili in meno rispetto ai rocciosi nerazzurri teoricamente favoriti su un campo pesante come quello del Ferraris. 22 punti in 14 partite possono bastare per spazzare via dubbi, polemiche e mugugni almeno fino al derby.

L’avversario – Inter: Handanovic 6.5; Campagnaro 5.5, Rolando 5, Juan Jesus 5 (Botta 6); Jonathan 5, Kuzmanovic 5 (Guarin 6.5) , Cambiasso 5.5, Nagatomo 5; Alvarez sv (Kovacic 5.5), Palacio 5.5; Milito 5.5 Allenatore: Mazzarri 5.5

Daniele Zanardi

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