ESCLUSIVA PG – Freddie del Curatolo: «Pronti a ripartire con la scuola calcio, se arriva qualcuno con un progetto serio»

Dopo la comunicazione ufficiale di questa mattina, della chiusura della Scuola Calcio rossoblu di Malindi, Pianetagenoa1893.net, ha intervistato l’ ideatore del progetto Freddie del Curatolo, per saperne di più su questo progetto e sulla possibilità che tutto ciò possa riprendere vita. Partiamo dall’ inizio, come è nato il progetto della scuola calcio in Kenia? Il […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Dopo la comunicazione ufficiale di questa mattina, della chiusura della Scuola Calcio rossoblu di Malindi, Pianetagenoa1893.net, ha intervistato l’ ideatore del progetto Freddie del Curatolo, per saperne di più su questo progetto e sulla possibilità che tutto ciò possa riprendere vita.

Partiamo dall’ inizio, come è nato il progetto della scuola calcio in Kenia?

Il progetto è nato nel 2009. La Karibuni Onlus di Como che lavora in Kenya dove vivo dal 2005, e si occupa di opere di solidarietà, recapitò ad Enrico Preziosi il mio libro “Genoa Club Malindi” che parlava del sogno di creare una scuola calcio del Genoa in Africa. La società decise di finanziare questo progetto e selezionammo 22 bambini dal quartiere più povero di Malindi, scelti tra quelli con situazioni più disagiate e con più talento per il calcio. Spiegammo loro che se non avessero avuto un buon andamento scolastico sarebbero stati estromessi dalla squadra e dagli allenamenti. L’intento per me era soprattutto sociale, ma con l’arrivo di un allenatore italiano, purtroppo di fede blucerchiata, i ragazzi sono diventati anche buoni calciatori. 

Quali sono state le difficoltà che ha dovuto affrontare per portarlo avanti?

In Kenya le difficoltà sono all’ordine del giorno. I problemi di questi ragazzi spesso sovrastano la loro fragilità e li distolgono loro malgrado dallo studio.  Con maggiore sostegno da parte di altri sponsor o delle adozioni a distanza, avremmo potuto costruire un ostello per loro, così da poter migliorare le loro prestazioni. Abbiamo avuto anche problemi a gestire il campo di gioco, che richiede grosse spese per la manutenzione e qui il clima spesso non aiuta.

Quali invece i risultati?

Siamo fieri dei nostri ragazzi e del nostro lavoro. Su 22 ben 16 accederanno alle scuole superiori, ci sembra un miracolo. Due di loro sono già in un college pagato da una squadra di serie A keniota, il Thika United. Uno è un centrocampista di assoluto valore, Eugene Moses e nel 2010 è venuto a Genova a fare uno stage con gli allievi rossoblu. Lo racconta ancora oggi come l’esperienza più bella della sua giovane vita. Una collaborazione però che non si è più ripetuta, purtroppo.

Quanto costa un’organizzazione di questo tipo?

Ogni anno di più, perché i ragazzi crescono e la scuola superiore in Kenya è privilegio di pochi. Solo le loro rette scolastiche, i libri e tutto quel di cui hanno bisogno paghiamo 10 mila euro all’anno, ma per un progetto che abbini l’educazione allo sport, ci vogliono più risorse.

Pensa che in futuro possa esserci qualche possibilità di ridare vita al progetto?

Non sono tempi facili per l’Italia e la solidarietà è una delle voci che anche chi ha le risorse economiche, tende a tagliare per prima. Figuriamoci la gente comune, che in passato ci ha supportato. Credo che sarà già un successo portare questi ragazzi al diploma. Ma se arrivasse qualcuno con un progetto serio che preveda anche la costruzione di un centro sportivo e una nuova leva di ragazzi di strada a cui dare un futuro migliore, noi siamo qui…

Luana Ambrico

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.