Esclusiva PG, Tarcisio Burgnich: «Genoa ben strutturato, può ambire alla zona Uefa»

“La squadra di Gasperini è su di giri, e non solo per aver battuto la Juve" spiega il campione d'Europa del '68

Burgnich
Il cipiglio di Tarcisio Burgnich (da wikipedia)

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Sotto uno splendido sole di novembre e d’innanzi al mare di Chiavari, abbiamo avuto il piacere di dialogare telefonicamente con Tarcisio Burgnich in vista di Udinese-Genoa, lui che è doppio ex. In particolare, è stato allenatore rossoblù in due occasioni: dal 1984 al 1986 e nel 1997-98.

Il Genoa viene da un ottimo momento con una sola sconfitta (nel derby), qualche pareggio di troppo che ha fatto mugugnare la piazza e la grande vittoria sulla Juventus: come arriva psicologicamente il Grifone?

“Su di giri come poche squadre lo sono in questo momento, e non solo per la vittoria prestigiosa cui ha fatto riferimento: dal punto di vista dell’organico la reputo una squadra ben strutturata capace d’arrivare in prossimità della zona Uefa”.

L’Udinese, invece, arriva da un brutto stop a Firenze: cosa non ha funzionato?

“I bianconeri sono alle dipendenze dei giovani della rosa, a volte rendono al massimo, altre volte ampiamente sotto la media: a Firenze ho visto una squadra sottotono ma non in crisi”.

Gasperini adatta molti difensori. Lo chiedo a uno dei più grandi terzini del secondo dopoguerra italiano: quali sono i vantaggi e svantaggi?

“Diciamo subito che i vari Gentile o Napoletano non ci sono più in circolazione, solo Barzagli della Juventus avrebbe giocato nelle Nazionali di una volta. Ora il difensore deve saper fare più cose”.

Quali sono i meriti di Stramaccioni?

“Ha inserito molti giovani, purtroppo stranieri, ma qui deve intervenire la Federazione: ricordo che i migliori risultati della nostra Nazionale, fra il ’68 e ’82, li abbiamo raggiunti con le limitazioni verso gli oriundi. Oggi i giovani vengono messi in difficoltà dalla paura degli allenatori nel non schierarli. L’uomo più pericoloso dell’Udinese? Tolto Di Natale che è l’eccezione per come vede la porta, credo sia il gruppo intero”.

Alessandro Legnazzi

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