Genoa-Inter è durata esattamente un tempo, con un pareggio che ha messo in salvo il Grifone. La partita, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, è poi scivolata nel grigiore a causa del gol della Fiorentina contro il Palermo. Correva il minuto 41° della prima frazione di gioco ed è arrivata da Firenze la notizia del gol di Toni: ironia del destino, un ex rossoblù. Pochi minuti dopo Bertolacci ha lanciato il siluro deviato in angolo con un colpo di reni da Handanovic. Il portiere interista aveva salvato altre due volte la porta dalla capitolazione. Sembrava un buon inizio: poi il nulla. Anzi, Rocchi ha centrato la traversa, incutendo timore a Frey. Un vero peccato, perché stasera il Grifone avrebbe potuto già agganciare la Sampdoria e giocarsi alla pari la supremazia cittadina. Per chi vive a Genova non è un obiettivo platonico: lo sanno bene i tifosi delle due sponde che si lanciano sfottò fino al campionato seguente. E i tifosi del club più antico d’Italia ci tengono moltissimo: è una questione importante. Non a caso Fabrizio Preziosi in settimana lo aveva affermato ai giocatori: una trovata geniale, per non far calare l’attenzione. Comunque sia ora i blucerchiati hanno due soli punti di vantaggio e incontreranno la Juventus campione d’Italia al Ferraris: bisogna almeno provare a vincere a Bologna per tentare il sorpasso. Un tentativo che va doverosamente svolto per i sostenitori che saranno presenti in tanti anche nella trasferta dell’ultimo turno di campionato.
Da domani inizierà anche la “rifondazione genoana” per il prossimo anno. Tutti si augurano che stavolta sia di tipo permanente e che costituisca le linee guida per i prossimi tre-quattro anni. Una soluzione, auspicata più volte dal sottoscritto e da Federico Santini sulle colonne di Pianetagenoa1893.net, è quella di Fabrizio alla presidenza ed Enrico Preziosi azionista di maggioranza (a cui va riconosciuto che oltre a sbagliare ha saputo anche correggere gli errori) che vigila sul lavoro svolto nel club. Sommessamente affermo che sarebbe anche opportuno confermare altri due protagonisti della salvezza (scelti dal presidente): il direttore sportivo Rino Foschi e il tecnico Davide Ballardini. Il primo dovrebbe costruire una squadra a misura delle esigenze dell’allenatore: a quest’ultimo dovrebbe essere data la possibilità di iniziare il campionato dalla preparazione estiva. Prima di disegnare la squadra, vanno risolte alcune questioni. Primo: è necessario cedere Granqvist, Antonelli e Kucka, più volte vicini alla cessione nelle precedenti sessioni di mercato? Secondo: ci sono tanti giocatori in prestito da riscattare. Solo per citarne alcuni: Vargas, Rigoni, Matuzalem, e soprattutto Borriello restano oppure andranno via? Riguardo alle comproprietà: quale sarà il destino di Bertolacci e Immobile? Ultima questione: Frey resta o no? Gli subentrerà Perin? Forse avremo un quadro un po’ più chiaro ai primi di giugno quando l’assemblea degli azionisti approverà il bilancio. O probabilmente avremo qualche risposta già nei prossimi giorni. E, da non dimenticare, il ruolo di “pungolo” svolto dai tifosi che hanno saputo far capire che la raffica di errori commessi inizialmente stava portando il Genoa nel baratro. In più hanno saputo sostenere la squadra ovunque, con massicce presenze anche fuori casa: un compito importantissimo e ben svolto.
Per ora godiamoci questa salvezza ancor più sofferta di quella dell’anno precedente, avendo come obiettivo il possibile sorpasso della Samp. Sperando in una stagione diversa, ma tanto diversa, da quella appena conclusa.
Marco Liguori
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