Ne bis in idem

“Ne bis in idem”. Mai due volte per lo stesso fatto. Questo brocardo giuridico in lingua latina è uno dei cardini del nostro diritto penale, cui si ispira il Codice di giustizia sportiva. E invece in Figc sembrano che se lo siano dimenticato: ma sarebbe opportuno che se lo ricordassero. Il Genoa ha già pagato […]


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“Ne bis in idem”. Mai due volte per lo stesso fatto. Questo brocardo giuridico in lingua latina è uno dei cardini del nostro diritto penale, cui si ispira il Codice di giustizia sportiva. E invece in Figc sembrano che se lo siano dimenticato: ma sarebbe opportuno che se lo ricordassero. Il Genoa ha già pagato con le due giornate di squalifica del campo per i fatti accaduti al Ferraris nella gara contro il Siena lo scorso 22 aprile: dunque, se fosse giustamente applicato il “ne bis in idem” il procuratore federale Stefano Palazzi non doveva aprire una seconda inchiesta. E invece no: prosegue l’accanimento giudiziario, puntando ancora l’indice contro il club, la squadra e il presidente Enrico Preziosi, e chiedendo un milione di multa. Se la Commissione disciplinare accogliesse anche solo in parte le richieste di Palazzi si consimerebbe ai danni del Grifone l’ennesima ingiustizia. Bene ha fatto la società a non patteggiare: l’avrebbe avallata. E dovrà continuare per tutti i gradi di giudizio sportivo, per poi proseguire anche presso la magistratura amministrativa (Tar e Consiglio di stato), a sostenere con grande forza e decisione di essere vittime di una persecuzione.

Invece, sempre nella giornata di ieri, abbiamo assistito al drastico dimezzamento di pena per Antonio Conte. Una decisione inconcepibile: o l’allenatore della Juventus è colpevole di omessa denuncia oppure è innocente e non deve aver alcuna sanzione. Non si comprende dunque il motivo della decisione “salomonica” del Tribunale nazionale di arbitrato dello sport. 

Tirando le somme da queste due vicende, si comprende che siamo davanti a un sistema sempre più palesemente caraterizzato da decisioni prese col sistema dei due pesi e due misure. A questo punto si impone una riflessione per gli addetti ai lavori e per i tifosi di tutte le squadre: la giustizia sportiva scontenta sempre tutto e tutti. Ed è un problema che coinvolge il sistema calcio, non soltanto l’universo genoano: non si può egoisticamente pensare “tanto è toccato ad altri e non è un affare mio”. Urge dunque una riforma drastica. Ma ciò resta un pio desiderio, un po’ come voler risolvere la fame nel mondo.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Nb: l’editoriale su Genoa-Palermo sarà pubblicato nella tarda mattinata di oggi

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