Le pessime “novelle della Pescara”

Le “novelle della Pescara” (parafrasando un’opera del grande Vate Gabriele D’Annunzio) sono state pessime per il Genoa. Non soltanto per la sconfitta, ma anche per altri segnali poco confortanti. Le miei osservazioni di stasera prendono spunto. miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, dall’affermazione di molti di voi che se ci fosse in […]


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Le “novelle della Pescara” (parafrasando un’opera del grande Vate Gabriele D’Annunzio) sono state pessime per il Genoa. Non soltanto per la sconfitta, ma anche per altri segnali poco confortanti. Le miei osservazioni di stasera prendono spunto. miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, dall’affermazione di molti di voi che se ci fosse in panchina Mourinho, Guardiola o Padre Pio non salverebbero comunque il Genoa. Aggiungo: più che salvare, non riuscirebbero a dare un’impronta di gioco e, soprattutto, di carattere. Insomma, non bastano i nomi (Delio Rossi, De Canio etc) al posto del logoro Delneri per far risalire i rossoblù in classifica. Ecco le motivazioni.

1) Occasioni casuali nel primo tempo – Nel primo tempo all’Adriatico, il Grifone ha offerto tanto buona volontà, ma nulla di più. Le tre occasioni sono state casuali più che frutto di azioni derivanti da schemi di gioco. Rimpallo nell’occasione capitata a Borriello; traversa su tiro cross di Vargas; tiro da fuori area di Kucka. Intendiamoci: la squadra stava provando a tirare da più posizioni ed è una nota più che positiva rispetto alle scorse gare. Ma poi nella ripresa è finita la benzina, la lucidità e soprattutto il carattere. Subito il primo gol, la formazione rossoblù si è sfasciata.

2) Squadra assente sulla fascia destra – Se a sinistra Vargas ha offerto qualche cross apprezzabile, in particolare nel primo tempo, la premiata ditta “destrosa” Sampirisi-Jankovic sembrava in affanno contro i volenterosi abruzzesi. Entrambi non sono mai in sintonia in fase offensiva e, peggio ancora, in quella difensiva.

3) Vuoto tra difesa e centrocampo – Tra i due reparti si sono create voragini, soprattutto quando il Pescara ha attaccato (e segnato) in contropiede.

4) Fuori controllo – Nel secondo tempo, e con le sostituzioni, si è avuta ben più che l’impressione che alcuni giocatori avessero tirato i remi in barca. Un esempio per tutti Immobile: il suo ingresso avrebbe dovuto potenziare l’attacco rossoblù, considerata anche l’intesa raggiunta nei mesi scorsi con Borriello, e invece non è accaduto nulla. Delneri a un certo punto non si è arrabbiato più ed è rimasto sconsolato in panchina. Gran finale: il battibecco negli spogliatoi tra tecnico e giocatori. Segnali preoccupanti di un rapporto logoro.

Queste sono state le cause della sconfitta odierna e che “zavorrano” il Genoa al penultimo posto. Difficile dire se in una simile situazione ci possa essere ancora qualcuno disposto a sedere su una panchina che “scotta”. In più, partono le prime voci di cessioni di pezzi pregiati su cui si dovrebbe invece costruire la rifondazione come Granqvist e Immobile.

Rilancio l’ipotesi del nostro Federico Santini che ha divulgato lunedì scorso. Il presidente Preziosi lasci la poltrona a suo figlio Fabrizio: sarebbe una mossa molto valida, anche per ridare simpatia e freschezza al club rossoblù. Il 75,72% dei tifosi che hanno votato il nostro sondaggio vorrebbero che ricevesse un incarico a lungo termine. Intanto all’orizzonte sta per arrivare il Torino, infilato per quattro volte in casa dal Milan, del genovese Giampiero Ventura. Viste le premesse, come finirà? Il seguito alla prossima puntata.

Marco Liguori

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