La Lazio quotata in Borsa, la Consob e i misteri Sokratis e Floccari

Stamattina si leggono sul Corriere dello Sport due notizie riguardanti Genoa e Lazio: l’accordo raggiunto per il prestito oneroso di Sokratis Papastathopoulos e l’esercizio del diritto di riscatto per Sergio Floccari con il contestuale pagamento della prima rata alla società rossoblù. Ora, tutto ciò costituirebbe soltanto alcune delle tante notizie del “mare magnum” del calciomercato […]


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Stamattina si leggono sul Corriere dello Sport due notizie riguardanti Genoa e Lazio: l’accordo raggiunto per il prestito oneroso di Sokratis Papastathopoulos e l’esercizio del diritto di riscatto per Sergio Floccari con il contestuale pagamento della prima rata alla società rossoblù. Ora, tutto ciò costituirebbe soltanto alcune delle tante notizie del “mare magnum” del calciomercato italico riportate quotidianamente: però, al contrario del club di Enrico Preziosi, la SS Lazio è società quotata in Borsa (controllata dalla Lazio Events di Claudio Lotito al 66.692%) ed tenuta dunque dalle leggi vigenti alla massima trasparenza per le operazioni societarie. I casi Sokratis e Floccari non riguardano soltanto la naturale curiosità dei tifosi laziali e genoani (molto preoccupati questi ultimi per l’eventuale partenza del “Papa”) per questi due probabili trasferimenti: entrambi comportano un esborso che si può valutare in alcuni milioni di euro. Non sono dunque bruscolini: molti tifosi biancocelesti sono anche tifosi e hanno il diritto di sapere se le due operazioni sono state effettivamente svolte. La Consob purtroppo si muove, attraverso la richiesta di un comunicato ufficiale, soltanto nel caso di evidenti oscillazioni del titolo della società biancoceleste: ma le comunicazioni al mercato non dovrebbero costituire un dovere per tutte le società quotate nell’interesse degli azionisti? Non sarebbe opportuno che la Lazio confemasse o smentisse le due operazioni con una nota ufficiale? Per ora le operazioni Sokratis e Floccari restano un mistero: “Gesù fate luce” come scriveva Domenico Rea.

Marco Liguori

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