Grifoncini supercampioni grazie anche a Zigoni. Bisogna ascoltare il papà  di Spagna per voltare pagina

Da stasera Gasperini ha un’altra freccia all’arco del suo reparto d’attacco. E’ Gianmarco Zigoni che ha liquidato perentoriamente il Milan, facendo valere con determinazione la dura legge dell’ex. E’ figlio d’arte solo all’anagrafe: ha stile, classe e potenza, da autentico attaccante di razza. E grazie a lui il Genoa Primavera stasera può gioire per il […]


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Da stasera Gasperini ha un’altra freccia all’arco del suo reparto d’attacco. E’ Gianmarco Zigoni che ha liquidato perentoriamente il Milan, facendo valere con determinazione la dura legge dell’ex. E’ figlio d’arte solo all’anagrafe: ha stile, classe e potenza, da autentico attaccante di razza. E grazie a lui il Genoa Primavera stasera può gioire per il suo ennesimo successo: la Supercoppa è il giusto premio per una stagione strepitosa, il coronamento della politica di investimnto sui giovani del presidente Enrico Preziosi. Si è proseguito nel segno della continuità con il cambio di allenatore: vittorie con Luca Chiappino, primo trionfo con Ivan Juric. Ma non c’è ovviamente solo Zigoni sugli scudi: straordinario il funambolo Zuculini, fermato solo dall’espulsione per doppia ammonizione, concreto Polenta sia in fase difensiva che in quella offensiva con un pregevole gol. Poi c’è Boakye: il suo gol è una conferma del suo futuro sempre più radioso. Perfetta la difesa, diretta dal sempre atttento e sicuro Perin: toglierà il posto a Eduardo? E c’era anche il Milan: sì signori, c’era anche il Milan che, come i pifferi della montagna, scese per suonare e invece fu suonato dai Grifoncini.

Prima della partita c’è stato il toccante momento della commemorazione per Spagna. Papà Cosimo ha detto con voce commossa ma ferma: «Non voglio più guerre». E’ un invito alle tifoserie a chiudere col passato e a tornare a convivere civilmente. Forse sarebbe stato opportuno invitare al dialogo, magari con la mediazione delle istituzioni, i sostenitori rossoblù e rossoneri già prima dell’inizio del campionato: ma va bene così. Magari dopo l’esempio dei vertici ci sarà anche il riavvicinamento dei supporter. Va benissimo anche la richiesta di perdono del vicepresidente vicario milanista Adriano Galliani: non voglio assolutamente fare polemiche, ma perché ha atteso 15 anni per dirlo? A questo punto è meglio chiudere il libro dei ricordi terribili e dolorosi e guardare a un nuovo (e speriamo) tranquillo futuro: forse Vincenzo Claudio Spagnolo non è morto per nulla.

Marco Liguori

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