Genoa batte Verona e infortuni 2-0 – Il mistero del dietrofront romanista per Iturbe

Una vittoria cercata e strameritata. Soprattutto è stata colta, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, contro un avversario come il Verona (sponda Hellas) chiuso in 10 dietro la linea del pallone. In passato, il Genoa ha sofferto molto le squadre arroccate nei bunker delle proprie aree di rigore. Invece stavolta è andata […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Una vittoria cercata e strameritata. Soprattutto è stata colta, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, contro un avversario come il Verona (sponda Hellas) chiuso in 10 dietro la linea del pallone. In passato, il Genoa ha sofferto molto le squadre arroccate nei bunker delle proprie aree di rigore. Invece stavolta è andata diversamente, grazie innanzitutto al “guastatore” Pavoletti che ha infilato il pallone in porta facendo esplodere la Nord come una carica di dinamite. Il merito principale va però a Gian Piero Gasperini: ha “letto” perfettamente la partita e ha inserito al momento giusto l’attaccante toscano al posto di uno spento Pandev. Altro motivo di giubilo per il Popolo rossoblù? La caparbietà della squadra che si è dimostrata più forte del doppio infortunio, avvenuto in un brevissimo lasso di tempo, a Pavoletti e De Maio.

Prima del gol il Grifone col suo 3-4-1-2 aveva disputato un primo tempo con una marcata supremazia territoriale, ma non riuscendo a concretizzare. Ntcham nel suo ruolo di trequartista è convincente sia dal punto di vista tattico, sia per i suoi tiri micidiali: il giorno in cui uno di questi andrà a segno al Ferraris, scatenerà una standing ovation in tutto lo stadio. Del gol di Pavoletti ho già detto: da applausi la prestazione di Gakpé che ha giocato in attacco e in difesa, da esterno offensivo e segnato da centravanti. Un giocatore completo, in pratica. Da segnalare la sincronia quasi perfetta tra retroguardia e centrocampo nelle fasi difensive: merito di chi dettava i tempi, il duo argentino Costa e Burdisso, e degli altri interpreti (Rincon, De Maio, Izzo). Le fasce sono state ben presidiate da Cissokho e Laxalt, che non sono titolari del ruolo, ma hanno davvero convinto. E ora la sosta per la Nazionale: alla ripresa c’è prima la trasferta a Firenze, poi la Juventus (per ora ultima a 0 punti, mentre il Genoa ne ha 3).

__________________________________________

Tra poche ore c’è l’ultimo atto del calciomercato che, come tutti sapete, si concluderà alle ore 23. Un mercato ancor più tormentato di quello degli anni passati, con trattative che si sono palesate all’improvviso per poi sparire con altrettanta celerità come un miraggio nel deserto. Tra queste anche quella di Iturbe che è sfumato ieri sera dopo le dichiarazioni, comprensive di scuse, del ds Walter Sabatini. Ieri ne scrivevo proprio sui social con alcuni di voi del Popolo rossoblù, a cui ho mostrato le mie perplessità sulla tempistica della trattativa: se il club giallorosso aveva deciso tra giovedì e venerdì di chiudere l’affare col Genoa, perché prolungare ancora l’attesa? Non c’era apparente motivo, a pochi giorni dalla chiusura del mercato. Per questo pensavo che il giocatore sarebbe rimasto nella Capitale: speravo di sbagliarmi, ma così è stato. Altra perplessità: non si capisce il perché dell’improvviso dietrofront giallorosso, con i dubbi su chi fosse alle spalle del Grifone. Resterà l’ennesimo mistero dell’italico calciomercato. A mio modesto parere, sarebbe opportuno che la Roma stipulasse un gentleman agreement con Enrico Preziosi, attraverso la cessione di un altro attaccante: magari Ljajic, anche se il Grifone in questo momento avrebbe bisogno più di un’altra punta centrale che di un esterno. Passo e chiudo!

Marco Liguori

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.