Cantiere Genoa in fermento

E così un’altra settimana è passata, con il Genoa che mattone dopo mattone sta costruendo la sua nuova formazione. La tecnica di costruzione l’ha raccontato il “direttore dei lavori” Fabrizio Preziosi nell’intervista di ieri al Secolo XIX. Cito testualmente le sue parole: «portiamo avanti trattative per costruire ancora una volta un giusto mix tra giovani […]


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E così un’altra settimana è passata, con il Genoa che mattone dopo mattone sta costruendo la sua nuova formazione. La tecnica di costruzione l’ha raccontato il “direttore dei lavori” Fabrizio Preziosi nell’intervista di ieri al Secolo XIX. Cito testualmente le sue parole: «portiamo avanti trattative per costruire ancora una volta un giusto mix tra giovani ed esperti, portando con noi giocatori che hanno esperienza internazionale, hanno giocato mondiali e la Champions League». E così è stato fatto: pezzo per pezzo. In settimana, oltre ai promettenti Fatic, Bolzoni e Troest è arrivato Emiliano Moretti, un esterno molto forte con un’esperienza internazionale semplicemente strepitosa. Consentirà anche una possibile “staffetta” con Criscito tra centrocampo e difesa: oltre a loro due, per adesso posso ipotizzare una difesa a tre con Biava (o Papastathopoulos) a destra, Bocchetti al centro. Se aggiungiamo Tomovic, il reparto arretrato è completo: a meno che non arrivi Esposito oppure un altro difensore centrale molto forte che potrebbe costituire un altro ulteriore punto di forza. Nel ritiro austriaco, che stamattina sarà presentato dalla dirigenza rossoblù e da Gianpiero Gasperini, sarà presente anche Hernàn Crespo, che non ha bisogno di presentazioni: sicuramente potrebbe costituire quell’arma in più di cui ha bisogno il Grifone, soprattutto nelle due partite di spareggio dell’Uefa Europe League. In attesa di Dembelè (la cui trattativa è soltanto ferma, ma non tramontata) oppure di Rodrigo Palacio (di cui vi abbiamo dato notizia in settimana anche con le traduzioni dei giornali argentini), Gasperini avrà i suoi collaudati “pilastri” laterali d’attacco: Sculli, Jankovic e Palladino. Nella possibile lista c’è anche il compagno di Palacio nel Boca, ossia Battaglia, per un centrocampo di peso. Sempre che non circolino i altri nomi per altre trattative. Insomma, “l’ingegnere” Enrico Preziosi sa molto bene come costruire in modo razionale il nuovo “palazzo” Genoa e si applica con cura alla sua realizzazione.

I tifosi, dunque, possono guardare con fiducia alla stagione futura ed essere pazienti con la società, sapendo attendere volta per volta le sue mosse: anche per la questione delle presenze a Neustift. Ieri sono giunte alcune lettere di sostenitori che protestavano contro la chiusura per la sessione mattutina, a cui facevano da contraltare altre che erano di segno completamente opposto. L’opinione è rispettabilissima: però vorrei ricordare alcune cose. La prima è che alcuni anni fa, per la precisione prima dell’introduzione nel 1996 dello scopo di lucro delle società di calcio, non era permesso ai tifosi per lungo tempo di incontrare i propri beniamini. In quegli anni, l’accezione della parola ritiro era totale: i giocatori per alcune settimane erano quasi isolati da resto del mondo. Essi dovevano correre su e giù per le montagne per ossigenarsi e, soprattutto, per iniziare a concentrarsi e creare quello spirito di gruppo necessario per far trasformare un pugno di uomini in una squadra di calcio. Il pallone lo vedevano soltanto alla fine di questo ciclo di fatiche. Ora non è più così, ma resta necessaria e indispensabile la tranquillità per ottenere la massima concentrazione. Lo sa bene Gasperson, che in questo modo sa tirare fuori il meglio dalla sua rosa: perciò vuole un parte della giornata dedicata agli allenamenti in cui sia salvaguardata la riservatezza. Il tecnico è “l’architetto” o se si vuole, il “designer” che impone le linee guida del gioco e costruisce le geometrie necessarie per i meccanismi del gioco. Egli sa bene che se sbagliasse l’implementazione di questa fase molto delicata, sarà poi difficile ben figurare in campionato, Coppa Italia ed Europa League. Nessun segreto dunque, né “mistero di Fatima”, ma solo ideazione e costruzione nel cantiere Genoa. La società ha comunque predisposto che nel pomeriggio i tifosi possano abbracciare i propri eroi: non ci sono chiusure, ma soltanto necessarie precauzioni. Ma si sa, l’affetto e l’attaccamento dei genoani è immenso e forte: vorrebbero essere sempre vicini alla squadra. Occorre però che capiscano i motivi della scelta della società: la rinunzia fatta oggi, potrà essere la base dei successi del domani.

Marco Liguori

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