Speravamo tutti, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, di mettere il parmigiano sui pansotti all’ora di pranzo e invece, ahimè, non è andata così. “Un prosciutto per sognare” diceva qualche anno fa la palla chiaroveggente di Vittorio Sirianni: è rimasto sullo stomaco e ci voleva il bicarbonato a fine gara. Il gol di Piatek è stato un lampo nella notte: poi abbiamo assistito alla rimonta e alla vittoria meritata del Parma. Se a ciò si aggiunge che la dea fortuna (materializzatasi nel palo della porta avversaria e nella tecnologia in campo avversa ai rossoblù) ha voltato le spalle al Genoa, il totale è purtroppo sconfortante.
Ma non si può invocare soltanto l’imponderabile nella sconfitta subita al Ferraris, ma provare a cercarne le cause per evitare in futuro un altro capitombolo contro una diretta concorrente per la salvezza. Compito difficile, ma ci voglio provare: nel Grifone attuale, come ho già spiegato nelle scorse settimane, manca un centrocampo capace di garantire un’efficace fase difensiva. Stavolta si è notato uno scollamento tra difesa e linea mediana che ha esposto il reparto arretrato al contropiede avversario: in questo modo si è concesso ai ducali l’unico tipo di gioco (lo avrebbe svolto anche con Gervinho e Inglese, oggi assenti) che sanno svolgere, ossia catenaccio e contropiede. Al Genoa manca un Ruotolo, un marcatore che segua come un’ombra il playmaker avversario: un giocatore con le caratteristiche dell’indimenticato Gennarino non avrebbe lasciato spazio a Stulac (obiettivo sfumato del mercato rossoblù) che ha fatto il bello e il cattivo tempo ed era ovunque in campo a organizzare le trame del gioco dei crociati. Un pilastro (anzi, un Cusercoli, dal nome di una località della Romagna di Davide Ballardini dove c’è uno massiccio sperone di roccia, opera secondo una leggenda del mitico Ercole) così potrebbe anche consentire a Sandro di rifiatare e di poter dettare i tempi della manovra in modo preciso. Non solo: un calciatore alla Ruotolo darebbe sicurezza nella fase difensiva, consentendo alla squadra di ripiegare con ordine. Il mercato di gennaio è ancora lontano: chissà se Preziosi e Perinetti lo non scovino presto.
Dopo una sconfitta così pesante è logico che il presidente Preziosi sia rimasto molto deluso. Era prevedibile un incontro con Ballardini a fine partita: non conosco il contenuto del colloquio, ma posso provare a formulare un’ipotesi. Il patron non credo che abbia imposto all’allenatore di far gioco e conquistare punti alla ripresa in casa dell’inarrivabile Juventus (e permettetemi di ripetere: che noia! Che barba! Il campionato appena cominciato è già finito) che il Genoa affronterà dopo la sosta per le nazionali: la gara che rivestirà una grande importanza sarà quella successiva al Ferraris contro l’Udinese. Sarà quella la sfida spartiacque per il campionato del Grifone: i friulani sono un avversario alla sua portata, ma bisognerà avere massima concentrazione. Poi si incroceranno tre clienti molto difficili: Inter, Milan (recupero) e Napoli.
Mercoledì arriverà la Nazionale a Genova per l’amichevole contro l’Ucraina e poi domenica giocherà in Polonia per la Nations League: in 15 giorni Ballardini avrà tempo e modo di trovare soluzioni per almeno ovviare ai problemi riscontrati finora. Passo e chiudo!
P.S piccola aggiunta: il Genoa ha sofferto molto le squadre con tre punte. Ha perso da Sassuolo, Lazio e Parma che giocano in questo modo. Semplice coincidenza o problema tattico?