Nel 1958 il Genoa supera il Verona

Nel 1958 il Genoa supera il Verona. Mancavano solo cinque partite alla fine del campionato e il Genoa era in piena lotta per non retrocedere. Ogni anno i tifosi speravano nella rinascita, i giocatori ce la mettevano tutta ma la Società era un segnale molto flebile. I dirigenti facevano quello che potevano coi pochi mezzi […]


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Nel 1958 il Genoa supera il Verona. Mancavano solo cinque partite alla fine del campionato e il Genoa era in piena lotta per non retrocedere. Ogni anno i tifosi speravano nella rinascita, i giocatori ce la mettevano tutta ma la Società era un segnale molto flebile. I dirigenti facevano quello che potevano coi pochi mezzi a loro disposizione, la squadra era modesta: viveva degli spunti irresistibili di Abbadie che, oltre ad occuparsi della regia del gioco, in quel campionato mise a segno 13 preziosissime reti. Il Verona aveva un punto in più dei rossoblu e sperava di aumentare il vantaggio per mettersi in salvo proprio a spese del Grifone. I giocatori del Genoa ne erano consapevoli e quel giorno scesero in campo pronti allo scontro frontale. Giocarono quella partita Gandolfi, Bruno, Becattini, De Angelis, Carlini, Leopradi, Frignani, Abbadie, Dal Monte, Robotti e Barison. Il Verona fa subito valere il fattore campo, tiene l’iniziativa e alla mezz’ora va in rete con Tesconi su passaggio di Galassini. Una sconfitta per il Genoa significherebbe quasi certamente retrocessione, ci vorrebbe il pareggio prima del 45′ per evitare che il secondo tempo si trasformi in un incubo: per i tifosi sono momenti drammatici, rivedono gli spettri delle retrocessioni del ’34 e del ’51. Sullo slancio del gol messo a segno è però ancora il Verona a insistere e Gandolfi deve superarsi per non subirne altri. Poi Abbadie sale in cattedra, ai limiti dell’area veronese fa fuori in dribbling mezza difesa avversaria per tagliare un pallone coi giri contati a ‘Roccia’ Dalmonte che arriva da destra e insacca il gol di un pareggio che vale tanto oro quanto pesa. Si va al riposo sull’1 a 1. Nel secondo tempo ad Abbadie bastano sei minuti per ribaltare l’incontro e portare il Genoa su un impagabile 2 a 1. Adesso è il Verona ad essere nelle canne e la sua reazione è immediata: la partita diventa uno scontro tra la furia degli scaligeri fermati dai legni e da un Gandolfi in stato di grazia, e le discese micidiali di Abbadie che taglia il campo puntando sempre la porta avversaria. Finchè, a venti minuti dalla fine, l’uruguagio chiude i giochi andando di nuovo in gol: in velocità entra in area palla al piede in posizione di centravanti e insacca la sfera con un tocco preciso a fil di palo. Il Verona non riuscirà a riaprire la partita nemmeno con un rigore a favore: un grande Gandolfi, infatti, specialista nel parare i rigori, annullerà il tentativo degli scaligeri. Ancora una volta il Genoa riuscirà a salvarsi la pelle e a retrocedere sarà proprio il Verona.

 

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