Giugno 2003, un’orgogliosa retrocessione per il Genoa

Al termine invasione di campo dei tifosi festanti come non mai, nonostante la Serie C1 alle porte: la fede per il Grifone non muore mai


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Si può essere felici e festeggiare una retrocessione addirittura in Serie C?

Ebbene sì, nel mondo del calcio è successo anche questo: andiamo indietro nel tempo al 7 giugno 2003, quando in uno stadio “Ferraris” stracolmo di gente andò in scena un inutile Genoa-Cosenza, ultimo match della stagione di Serie B 2002/2003.

Inutile perché entrambe le squadre, entrambe rossoblù, erano già matematicamente retrocesse in terza serie. Un dramma per il Vecchio Grifone, il club più antico d’Italia, che pagò una stagione al limite del grottesco con la scellerata gestione societaria del patron veneto Luigi Dalla Costa.

Sommerso dai debiti, allestì una formazione senza capo né coda: tra giocatori sul via del tramonto a parametro zero (il portiere Brivio, l’impronunciabile difensore croato Cvitanovic, il centrocampista Bressan), ed azzardi rischiosi (il talento Riccardo Taddei, falcidiato da infortuni perenni, il centravanti polacco Mathys del Mestre, l’esterno incompiuto De Francesco, il bomber mai bomber Niculescu), l’anno di sofferenza era in previsione.

Dopo due giornate l’addio di un provatissimo mister Claudio Onofri (che la stagione prima era subentrato al Professor Scoglio salvando la squadra), e non essendoci molta disponibilità economica la squadra fu affidata alla vecchia gloria genoana Vincenzo Torrente che, allora sprovvisto di patentino, fu affiancato da Rino Lavezzini.

I due fino a gennaio riuscirono in qualche modo a tenere la barca sulla rotta giusta, ma alla riapertura del mercato invernale arrivó la mazzata decisiva con le cessioni (necessarie per le aride casse societarie) dei gioielli Paul Codrea, Marco Carparelli e la promessa Sergio Floccari.

Il solo arrivo di Giuseppe Mascara non fece altro che allungare l’agonia: ci furono crolli verticali in serie come le pesanti sconfitte interne contro Vicenza (0-2), Cagliari (1-3), Ascoli (1-2) e il derby contro la Sampdoria (0-2).

In trasferta non andó meglio, e le residue speranze salvezza svanirono nella notte del 24 maggio 2003 con la sconfitta contro il Siena.

Per l’ultima giornata di campionato, il famoso e già citato match col Cosenza, fu indetta la serata dell’orgoglio rossoblu. I mister Torrente e Lavezzini decisero di schierare la formazione Primavera, in cui i tifosi vedevano maggior attaccamento.

Ci fu anche l’esordio di un certo Domenico Criscito (oggi capitano del Genoa), in un match vinto 3-0 grazie alle reti di Basso, Boisfer e Rinaldi.

Al termine invasione di campo dei tifosi genoani festanti come non mai, nonostante la Serie C1 alle porte. Diedero una grande dimostrazione di amore, per far capire ancora una volta che presidenti, allenatori e giocatori passano. Ma la fede per il Genoa mai.

Il tabellino:

GENOA-COSENZA 3-0
Reti: pt 10′ Basso; st 41′ Boisfer, 45′ Rinaldi.
Genoa (4-4-2): Barasso; Basso, Chini, Ghomsi, Scantamburlo (43′ st Rinaldi); Feussi, Boisfer, Catalano, Colurcio (39′ st Criscito); Volpe , Cardini (36′ st Siligato). A disposizione Ferro, Padula, Ruscelli, Gorlani. All. Torrente- Lavezzini.
Cosenza (4-3-3): Srnicek; Scarnato(35′ st Cicchelli), Oshadogan, Sabato, Pippa; Tedoldi, Casale, Luciani; Antonelli, Guidoni, Piemontese (10′ st Gallo ). A disposizione Occhiuzzi, Spinelli, D’Angelo. All. Sala.
Arbitro: Nucini di Bergamo

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