Taarabt e quella dolce maledizione che ricorda Perotti

Il marocchino non ha tirato in porta nemmeno una volta nelle ultime due partite del Genoa: in compenso ha creato molte situazioni pericolose

Primo piano di Adel Taarabt (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

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Ci sono giocatori che la storia del calcio ripropone ciclicamente, come se il presente fosse una proiezione in avanti del passato. Sta succedendo questa cosa anche al Genoa con Adel Taarabt. Il giocatore marocchino, rinato dopo un’estate a riflettere sulla propria carriera, assomiglia al primo Diego Perotti transitato in rossoblù. La palla come una migliore amica, nessuno può portargliela via. Il piede accarezza la sfera come la mano di un padre passa tra i capelli della propria figlia prima della buonanotte. Che meraviglia vederli condurre palla: Taarabt e Perotti la nascondono agli avversari e la fanno ricomparire al momento giusto al proprio compagno di squadra.

Due artisti del calcio che in passato hanno pensato di mollare tutto. Taarabt ha avuto problemi in ogni squadra, riflesso di una vita irregolare fuori dal campo fatta di eccessi e colpi di testa; Perotti, invece, si era perso tra le nebbie degli infortuni, non supportato da una mente forte nei momenti di bisogno. Entrambi sono rinati al Genoa, porto dove trovare rifugio quando a largo c’è burrasca. Ma c’è un ulteriore argomento che avvicina i due protagonisti, una dolce maledizione che Taarabt ha ereditato da Perotti. Quella di segnare poco, troppo poco, in relazione alle occasioni da rete che creano.

Quante volte Diego si è sentito dire di essere bravo nel dribbling ma non nella finalizzazione. Lo stesso sta accadendo a Taarabt, fantasista capace di scompaginare le difese avversarie. Quante situazioni pericolose crea Adel: almeno due a partita nell’area avversaria da quando è arrivato Ballardini. Giocatore imprescindibile per questo Genoa operaio che difende e riparte secondo buona tradizione italiana. Taarabt può crescere ancora se imparerà a essere più egoista negli ultimi sedici metri. L’ex Milan dialoga talmente tanto con i suoi compagni che preferisce farli segnare, anziché segnare: ma a questo Genoa servono anche i suoi gol, per chiudere prima le partite, per fare punti e per sfatare definitivamente la dolce maedizione di Perotti.

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