Un pareggio che sta molto stretto al Grifone

Il pareggio odierno, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, sta molto stretto al Genoa. Gasperini ha messo con maestria in campo una squadra molto ben equilibrata in ogni reparto: perfetto il pressing e le aperture sulle fasce che hanno messo in crisi ben più di una volta la retroguardia della Fiorentina. La […]


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Il pareggio odierno, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, sta molto stretto al Genoa. Gasperini ha messo con maestria in campo una squadra molto ben equilibrata in ogni reparto: perfetto il pressing e le aperture sulle fasce che hanno messo in crisi ben più di una volta la retroguardia della Fiorentina. La difesa, o se si vuole la fase difensiva, è il punto debole degli ospiti: il mister rossoblù lo ha capito subito e ha colpito senza pietà. Il tutto condito da tanta grinta e voglia di portare a casa il risultato pieno. Suso, Perotti, Laxalt e Ansaldi hanno creato cross e occasioni. Pavoletti ha impegnato Tatarusanu, mettendolo in difficoltà. Dall’altra parte ricordo solo due tiri in porta di un certo rilievo (Bernardeschi e Kalinic): nel complesso Perin ha trascorso un pomeriggio tranquillo. Purtroppo la dea bendata non ha assistito il Grifone e non ha mostrato la sua benevolenza: c’è da pensare che questo credito possa essere speso in futuro.

Purtroppo devo tornare a parlare di arbitri: la direzione di Giacomelli è stata decisamente insufficiente. A cominciare dal mancato secondo giallo a Vencino dopo pochi minuti che aveva estratto l’altro. A seguire, Pasqual che calcia il pallone a gioco fermo dopo aver commesso fallo: insomma, gestione dei gialli da dimenticare. In aggiunta, un episodio in area di rigore: la trattenuta su Pavoletti che non è stata neppure vista. Inconprensibili certi errori da parte di un direttore di gara con esperienza come Giacomelli.

L’ottima prestazione del Grifone ha avuto purtroppo un epilogo (purtroppo era nell’aria da settimane) che è dispiaciuto a molti tifosi: la partenza di Perotti. Il Diez è partito per Roma. Io concordo e ripeto quanto scritto da Federico Santini nella sua rubrica (S)visti da Lontano: “In altre parole Perotti, andando alla Roma, rischierebbe:

1) di essere l’ultimo arrivato in una squadra in involuzione

2) di giocare poco o molto poco per la concorrenza nel ruolo

3) di essere considerato un capro espiatorio da un ambiente perennemente in stato di agitazione e una tifoseria costantemente in crisi di nervi

4) di trovarsi quindi a giugno in una squadra che non giocherà nemmeno la Champions League”.

Sono rischi molto concreti a cui aggiungo: cosa se ne fa la Roma, se Spalletti gioca prettamente (4-2-3-1) con i tre trequartisti dietro la punta? Perotti è un attaccante esterno. Forse il tecnico avrà intenzione di cambiare modulo, chissà. E comunque, non comprendo la necessità della cessione odierna e di aver venduto un giocatore col cartellino di proprietà del club rossoblù. Se proprio si doveva cederlo, non sarebbe stato più opportuno farlo a giugno? E’vero che la plusvalenza sarà elevata, visto che era stato pagato 300mila euro o poco più, ma probabilmente si sarebbe spuntato un prezzo superiore, organizzando una sorta di asta in cui si potevano tirare in ballo club esteri che avrebbero potuto pagare cifre ben più elevate degli (ufficiosi, per ora) 10 milioni: due per il prestito e otto per il riscatto obbligatorio. In più il 20% dell ricavato dovrà andare al Siviglia. Misteri del calciomercato. E a proposito, domani seguite su Pianetagenoa1893.net l’ultima giornata di contrattazioni sino alle 23.00: vi daremo tutte le novità in tempo reale.

La buona prova odierna può far ben sperare per la difficilissima trasferta di mercoledì prossimo allo Juventus Stadium. E’ una gara che sembra dal pronostico chiuso: ma il “ballun” offre tante sorprese, anche nelle situazioni che sembrano le più scontate. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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