Tutte le sequenze negative della storia del Grifone

Cinque sconfitte di fila, tra campionato e Coppa Italia, è il non invidiabile ruolino di marcia del Genoa di fine 2015. Il baratro è lì a due passi, lontano solo due punti. Nella sua storia, il club più antico d’Italia ha già inanellato altre volte una sequenza così negativa. La più recente risale alla stagione […]


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Cinque sconfitte di fila, tra campionato e Coppa Italia, è il non invidiabile ruolino di marcia del Genoa di fine 2015. Il baratro è lì a due passi, lontano solo due punti. Nella sua storia, il club più antico d’Italia ha già inanellato altre volte una sequenza così negativa. La più recente risale alla stagione 2012/13 con in panchina De Canio e poi Del Neri che riuscirono nella débâcle di sei gare perse tra l’8ª e la 13ª del girone di andata, concluso con 17 punti. La stagione terminò con il Genoa salvo alla penultima, più grazie ai demeriti del Palermo (terzo retrocesso) che non per capacità proprie.

Andando indietro nel tempo, un’altra sequenza da dimenticare fu quella messa a segno nella stagione 1997/98: cinque gare perse di fila tra la 3ª e la 6ª con in mezzo anche un match di Coppa Italia; in panchina Gaetano Salvemini poi sostituito da Claudio Maselli. Il Campionato era quello di Serie B ed il Genoa finì la stagione al nono posto.

Nel campionato 1990/91, quello successivo alla “mitica” semifinale di Coppa Uefa, il Genoa dopo la trasferta ad Amsterdam (1-1 il risultato) tirò i remi in barca e chiuse la stagione con sei sconfitte. Poi Osvaldo Bagnoli lasciò l’ombra della Lanterna, “sigillando” il quattordicesimo posto sui diciotto a disposizione.

Un’altra “cinquina” negativa è stata quella della stagione 1978/79, in Serie B. Héctor Puricelli sulla panchina e tra la 2ª e la 6ª di ritorno solo sconfitte. Sei, invece, sono le gare perse consecutivamente nella stagione di massima serie 1973/74:  10ª-15ª di ritorno, Arturo Silvestri in panchina e Genoa che retrocesse finendo per giunta all’ultimo posto.

Poi altre sequenze di cinque gare a zero punti sono quelle del campionato cadetto 1951/52 (10ª-14ª di ritorno, Giacinto Ellena in panchina), quello di Serie A 1950/51 (13ª-17ª di andata), con in panchina il duo Manlio Bacigalupo e Guido Cappelli, che vide il Genoa terminare al ventesimo posto, l’ultimo. Nella stagione di massima serie 1948/49 cinque sconfitte di fila per congedarsi dai tifosi (15ª-19ª di ritorno); in panchina sedeva Federico Allasio ed il Genoa però terminò al settimo posto su venti partecipanti.

Il record negativo assoluto è però quello della stagione 1945/46. Divisione Nazionale, Alta Italia, con sette gare maledette tra la 9ª di andata e la 2ª di ritorno in un campionato che vide anche la disputa di quattro Derby (c’erano l’Andrea Doria e la Sampierdarenese che dalla stagione successiva diedero vita all’altra squadra del capoluogo). Rossoblù finiti terzultimi su quattordici; l’ungherese József Violak sedeva in panchina, successivamente sostituito da Ottavio Barbieri. Quella fu la prima sequenza “importante” di gare “ufficiali” perse.

Salendo sulla macchina del tempo e spulciando l’album dei ricordi – ammesso che i reperti giunti sino ai giorni nostri siano attendibili – cento anni fa il Genoa Cricket and Football Club archiviò sei sconfitte di fila tra aprile e dicembre: Servette due volte, Milan, gli equipaggi inglesi del piroscafo Canopic e di una corazzata, il FBC Basilea furono i vincitori di quelle gare tutte disputate a Genova tranne quella con il Milan che fu giocata a Milano: quattordicesima edizione della “Palla d’Argento Henri Dapples” andata ai rossoneri per due reti a zero.

Alfonso Magno

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