Vanheusden è del Genoa, un fiammingo dal nome brasiliano

Zinho proviene da Hasslet, la stessa città dell'ex rossoblù Vandereycken

Vanheusden
Aggancio al volo di Zinho Vanheusden, ex Standard Liegi (dalla sua pagina Instagram)

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Ha il cognome quasi impronunciabile come i ciclisti belgi degli Anni ’70, quelli con il volto arcigno e cattivo che mordevano la strada in maniera unica e che si mettevano una foglia di verza sotto il berretto per non patire il caldo in estate. Il nome, però, è brasiliano, da joga bonito, tutt’altro pianeta, poiché entrambi i genitori si innamorarono follemente di Zinho, centrocampista della Seleçao di Parreira campione del Mondo a Pasadena (sic!) in California. É fiammingo, quindi proveniente dalla zona nord del Belgio, dove il fermentato trappista è consumato a fiumi, e si chiama Vanheusden, un cognome che solo a pronunciarlo – quelli che ci riescono, appunto – emana un sentore di fagianata sul Mont Ventoux o sui tornanti di Lavaredo. Da ieri è tornato a essere dell’Inter, con un riscatto e contro-riscatto che sarebbe spiegato meglio da un vigile urbano più che da un avvocato sportivo: sarà del Genoa, ma solo in prestito per dodici mesi, sul solco di Scamacca.

Vanheusden è il nuovo baluardo della difesa del Genoa, orfana dello svincolato Zapata e ancora alla disperata ricerca del nuovo Romero, fresco campione del Sud America che a Genova qualcuno frettolosamente etichettò come incapace di marcare a uomo: si giocasse a tre Zinho sarebbe il centrale, tra Masiello e Criscito, mentre in una più verosimile difesa a quattro avrebbe bisogno di un interprete di qualità a suo fianco, un libero vecchia maniera, per rendere più flessibile e meno scontata la manovra uscente dalla linea arretrata come impongono le nuove istanze riformiste del calcio. Il fiammingo ha personalità, non si diventa per caso capitano dello Standard Liegi – la squadra con più partecipazioni al massimo campionato del Belgio – a ventuno anni, ed è bravo nel fondamentale del colpo di testa; ha altresì orbitato attorno alla prima squadra della Nazionale ma gli infortuni ne hanno limitato l’ascesa a riserva per Euro 2020. E il Belgio ne aveva disperato bisogno.

Gli infortuni, appunto, ne ha avuti tanti, come capita a tutti, ma gravi, se non addirittura gravissimi, come capita a pochi: nella storia recente del Genoa forse solo Perin e Giuseppe Rossi sono stati martoriati più di Vanheusden. Zinho si è sempre rialzato perché è un ’99 già vecchio avendone passate di tutti i colori, tra plurimi interventi chirurgici e riabilitazioni. Il Grifone è la sua nuova dimora, come fu per l’altrettanto fiammingo Vandereycken, il bel René che Renzo Fossati regalò a Simoni assieme all’olandese Peters: e i due hanno qualcosa in comune, oltre alla militanza nel Genoa, giacché provengono dalla stessa città, Hasselt. Vandereycken, però, restò due stagioni in rossoblù ma ne giocò soltanto una a causa di un guaio al ginocchio, altra similitudine, rimediato in Nazionale. A Vanheusden, prossimo all’ufficializzazione, il compito di prendersi la difesa del Genoa e trasformarla in un bellissimo quadro fiammingo.

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