Il polverone scommesse tra calciatori si allarga. Dopo il caso Fagioli – centrocampista della Juventus autodenunciatosi alla Procura di Torino per aver scommesso su alcune partite di calcio, infrangendo l’art. 24 del Codice di Giustizia Sportiva – la stessa Procura torinese ha notificato atti di indagine a Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, fino a pochi minuti fa impegnati a Coverciano con la Nazionale. La Federazione ha assunto il seguente provvedimento: «Nel tardo pomeriggio di oggi, la Procura della Repubblica di Torino ha notificato atti di indagine ai calciatori Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, attualmente in raduno con la Nazionale presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. A prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni in programma nei prossimi giorni, la Federazione ha deciso di consentire il loro rientro presso i propri club, anche a tutela degli stessi».
La scelta del rientro anticipato di Tonali e Zaniolo trova concorde anche Andrea Abodi, Ministro dello Sport, interventuo sul palco del Festival dello Sport a Trento: «C’è una partita più importante da giocare delle qualificazioni ed è quella della correttezza dei comportamenti. La ludopatia non è un problema calcistico, ma una patologia sociale. Credo sia stata opportuna la scelta di mandare a casa i ragazzi, anche a loro tutela. Da queste situazioni bisogna saper cogliere l’opportunità di non voltarsi dall’altra parte, quello che emerge si affronta con tempestività e con la giusta cautela».
Come spiega La Gazzetta dello Sport, la Digos, mandata a Coverciano su indicazione della Procura della Repubblica di Torino, ha raggiunto il centro sportivo federale verso le ore 18 e, accompagnati dal capo delegazione Gianluigi Buffon, hanno chiesto e ottenuto di parlare con i due Azzurri al fine di notificare loro i relativi atti d’indagine. Oltre a Fagioli, anche Zaniolo e Tonali – citati dall’agente fotografico Fabrizio Corona che ha reso dichiarazioni agli agenti della polizia di Torino su delega della Procura piemontese, a sua volta convocato dalla Polizia come persona informata dei fatti – risultano formalmente indagati: di conseguenza anche la Procura Figc aprirà un fascicolo. Da quel momento, essa ha 60 giorni di tempo (salvo proroghe) per chiuderlo. I calciatori, qualora avessero violato l’articolo 24 CGS, rischiano una sanzione che va dall’inibizione a una squalifica di minimo tre anni, alla quale aggiungere una multa di minimo 25mila euro.
L’art. 24 del CGS afferma il divieto «ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa». Uno sportivo non può scommettere sulla propria disciplina.