Sbravati: «Lipani? Ci penserà la società. Il segreto è la continuità delle persone»

Il direttore del settore giovanile: «L'anello debole sono le lacune strutturali che dobbiamo colmare»

Sbravati Genoa
Il direttore Michele Sbravati (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Michele Sbravati è intervenuto a Primocanale a seguito della notizia che vede Luca Lipani vicino al Sassuolo: «Ammetto che non ne sono a conoscenza perché il compito del nostro settore giovanile è quello di creare dei ragazzi pronti per la prima squadra: una volta giunti, la direzione sportiva è chiamata a compiere le opportune valutazioni. Siamo sinonimo di credibilità e stiamo smentendo il vecchio detto che a Genova e, più in generale, in Liguria sia impossibile creare calciatori professionisti».

«Questi casi di cessione dividono le tifoserie e, nel Genoa, il primo caso fu El Shaarawy, poi Perin e altri ragazzi oggetto di attenzione di grandi club. L’attuale proprietà sta lavorando al meglio e ha già dimostrato più volte sensibilità, sono certo che opererà al meglio per il futuro di Lipani, che considero un nostro orgoglio capace di mettersi in luce sia nazionale che internazionale. Voglio sottolineare, però, che i nostri calciatori non sono cresciuti in una zona comfort ma si sono spellati le mani e i gomiti per emergere» aggiunge il direttore del settore giovanile rossoblù.

«In passato mi cercò la Juventus? Sì, ma io faccio parte di una grande piramide genoana che parte dal coordinamento con la scuola calcio diretta da Andrea Bianchi. Il complimento da fare alla società Genoa è per la continuità delle persone, uno dei nostri segreti sia con Preziosi che con il dottor Blazquez e Wander. L’anello debole sono le lacune strutturali che dobbiamo colmare» spiega Sbravati.

«L’Under 23, o seconda squadra che dir si voglia, è un argomento dibattuto: in Spagna e in Inghilterra è una moda diffusa. In Italia, invece, facciamo fatica perché molti club devono strutturarsi sia economicamente che dal punto di vista degli impianti: teniamo conto che la Juventus e l’Atalanta Under 23 giocheranno fuori Torino e Bergamo, nonostante i loro ottimi impianti. Il livello qualitativo delle strutture del Genoa è un argomento vetusto, per il quale non voglio diventare ripetitivo e noioso: la società è consapevole del loro stato. Ci bastano anche due o tre campi di proprietà e un trespolo, che è il mio sogno, dal quale osservare contemporaneamente gli allenamenti» chiosa il direttore.

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