Retegui, un altro bomber nel segno della continuità tra il Genoa e l’Argentina

La storia del Grifone è piena di attaccanti provenienti dal paese sudamericano, oltre che da altri di quel continente. Mercato: la dirigenza dovrà puntare su acquisti di qualità a centrocampo

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Dopo la straordinaria “baraonda” rossoblù, non sappiamo quanto questo simpatico Mateo si sia reso conto quanti momenti ci siano dentro questa storica maglia del Genoa.
Già lo si chiama “Chapita” in onore di papà e chissà se abbia davvero metabolizzato ciò che significa questo suo trasferimento.
Centravanti della Nazionale, in un certo senso pupillo del ct Mancini (e non è poco), erede di tanti centravanti che hanno fatto la storia del Grifone.
In questi giorni sono stati intervistati quasi tutti i bomber rossoblù del passato recente. E tutti a ricordare e a dare suggerimenti. Anche noi, che la storia del Grifo abbiamo vissuto da oltre 60 anni, ricordiamo. E guarda caso, tanti attaccanti erano grandi uomini arrivati dall’Argentina e dall’Uruguay.
Molti li ricordano solo per nome, noi per averli visti disegnare sul campo il più bel gioco del mondo. Da Verdeal, quattro stagioni trascorse a metà degli anni ’40, 32 gol messi a segno. A quell’indimenticabile per noi Abbadie (uruguagio) e poi Crespo, Palacio, per finire a Milito il “Principe”.
Ognuno con la sua storia, ad esempio quella curiosa e unica del “baffino” Boyè (El Atomico) che un bel giorno scappò via perché, si sussurra, la moglie soffre di nostalgia, ma in verità il “gossip” raccontò di altre malignità su quella bellissima donna argentina.
Insomma, questo Mateo ha permesso di riscoprire pagine antiche di una bellezza unica ma anche dense di malinconia, ma sicuramente vera e struggente per chi crede davvero al ruolo e all’immagine che ha dato il vecchio Grifone nei suoi 130 anni di vita.
DOMANI – Ora però bisogna guardare al presente, mentre Mateo continua a sorridere, ad affrontare esami vai e a pensare davvero a quello che dovrà essere.
Oggi la situazione tecnico-tattica del Genoa deve essere ancora strutturata. Ovviamente, dopo il colpaccio Retegui, la fiducia nella dirigenza c’è tutta. Comunque è sempre bene fare il punto che è il seguente: con l’arrivo ormai imminente di D’Ambrosio, la difesa è ormai completata, ma ecco i problemi del centrocampo. Oggi Gilardino ha a disposizione cinque centrali che sono Strootman, Badelj, Jagiello, Frendrup e Lipani. In avanti, oltre a Retegui e Gudmundsson, vi sono Ekuban e Puscas oltre a Coda che però potrebbe essere ceduto. E’ chiaro che, con tutto il rispetto, non si potrà affrontare la massima serie con questo gruppo, anche se in serie B si è ben comportato. La certezza, nel reparto avanzato, è certamente oggi garantita sia da Albert che da Mateo, ma alle loro spalle?
Ecco perché, si chiede attenzione massima attenzione nell’acquisto dei nuovi centrocampisti: Thorsby può essere un buon acquisto per la mediana.
Si spera che la dirigenza rossoblù, nel caso concretizzi i “colpi” di mercato D’Ambrosio e Thorsby, continui su questa strada perché soltanto allora di potrà dire, come ha annunciato il presidente Alberto Zangrillo, che il Genoa inizia a guardare a una dimensione internazionale.
La bellezza di questo momento è l’immagine di quel legame (mai interrotto) tra il Genoa e l’Argentina. Retegui è stato ceduto dal Boca Juniors, la squadra di Buenos Aires che sul retro della maglia ha la scritta “Xeneize”. Non è nostalgia canaglia tutto ciò?
Vittorio Sirianni

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