Andrei Radu ha sbagliato ma non merita il crucifige social delle ultime ore. Ha commesso un grave errore, il portiere del Genoa. Non solo perché la sua “idea” si è rivelata un boomerang per il risultato, ma è stata altresì un vuoto concettuale frutto dell’inesperienza. Radu è bravo tra i pali, ha una buonissima reattività nelle gambe e spinge bene con i piedi: si vede che l’attivazione mentale, da questo punto di vista, è dalla sua. I problemi emergono in maniera macroscopica nelle uscite, alte o basse che siano.
I limiti del romeno si sono visti contro il Parma. In occasione del gol di Rigoni, il momentaneo 1-1, Radu è stato assorbito dalla porta: vi è rimasto sulla linea, immobile, abbozzando una timida uscita che non ha scongiurato il pareggio. In una situazione del genere un portiere deve travolgere, senza badare al sottile, o comunque agire d’anticipo creando dello spazio prima della ripresa del gioco. Un tempo, quando c’erano meno telecamere, in area volavano pedate e pestoni: oggi, con l’infantilismo cavalcante tra i calciatori, è impossibile tenere talune condotte preventive di una volta.
Allora per un portiere diventa ancor più importante l’esperienza. Figurarsi per un portiere del Genoa: la maglia a quarti rossoblù pesa e il Ferraris non è uno stadio comune. Radu ha sbagliato in casa e in trasferta ma sicuramente l’errore più grave, con un peso specifico superiore, è quello di Milano. Doveva rischiare la presa alta con un’uscita più convinta: nella peggiore delle ipotesi avrebbe perso la palla ma a seguito di un fallo che qualsiasi arbitro avrebbe sanzionato. La fortuna di Radu è che starà poco tempo a macerare nei pensieri negativi poiché domani è di nuovo campionato. É andata, acqua passata. Tra dieci anni Radu sorriderà ripensando a quell’errore. E magari anche all’immeritato crucifige social delle ore successive.