Quando all'esordio casalingo nel campionato 1955/1956 il Genoa pareggiò 3-3 con la Roma

Domenica 25 settembre 1955, di fronte a trentacinquemila spettatori, Genoa e Roma, che avevano ottenuto nella prima giornata risultati simmetrici (1-4 esterno contro il Bologna e 4-1 interno contro il LaneRossi Vicenza), diedero vita al “Luigi Ferraris” a un avvincente incontro, conclusosi in parità. Al 32’ del 1° tempo i padroni di casa si portarono […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Domenica 25 settembre 1955, di fronte a trentacinquemila spettatori, Genoa e Roma, che avevano ottenuto nella prima giornata risultati simmetrici (1-4 esterno contro il Bologna e 4-1 interno contro il LaneRossi Vicenza), diedero vita al “Luigi Ferraris” a un avvincente incontro, conclusosi in parità. Al 32’ del 1° tempo i padroni di casa si portarono in vantaggio per la prima volta. Amos «il roscio» Cardarelli atterrò Antonio Corso in area di rigore, ma il signor Francesco Liverani di Torino inspiegabilmente sanzionò il fallo con un calcio di punizione indiretto: dopo due conclusioni di Riccardo «Carappa» Carapellese (nella foto) ribattute, intervenne in maniera risolutiva Ivan Firotto. Otto minuti dopo, l’italo-uruguayano Alcides Edgardo «Chico» Ghiggia, approfittando di uno scivolone di Attilio «Patinella» Frizzi, quel giorno schierato da Renzo Magli sr. in posizione di terzino sinistro, venne atterrato da Rino Carlini: il calcio di rigore fu trasformato dall’apolide István «Grande Etienne» Nyers I. Al 1’ della ripresa i giallorossi ribaltarono l’iniziale svantaggio: Nyers I, lanciato da Arcadio Venturi, scavalcò con un beffardo pallonetto Ennio Cardoni e il portiere Renato Gandolfi; però, già al 2’ Fulvio Fonda, dopo essersi liberato della guardia di due avversari, mise al centro per Firotto, che batté al volo Luciano «Puma» Panetti. Al 15’, su cross dello svedese Gunnar «Professore» Gren, Panetti, disturbato dal compagno Raoul Bortoletto, smanacciò il pallone sui piedi di Fonda, che riportò in vantaggio il Genoa. Al 23’ Ghiggia, dopo aver saltato in dribbling Cardoni e Silvano Pravisano, mise un pallone teso al centro per il colpo di testa di Egisto «Caviglione» Pandolfini, che siglò il definitivo 3-3. Visto l’andamento dell’incontro, pochissimi tifosi genoani avrebbero pensato di vedere, come poi sarebbe accaduto, la loro squadra del cuore terminare imbattuta il Campionato nello stadio di Marassi (undici vittorie e sei pareggi – compreso quello nel derby esterno, conclusosi 0-0, di domenica 18 marzo 1956 – nei successivi incontri). 

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.