Promossi e bocciati: impegno da parte di tutta la squadra, Frey e Rossi mai domi

Frey 7.5: portieri così a Genova non se ne sono mai visti. Relativamente poco impegnato rispetto al dominio interista del gioco, compie due autentici miracoli nel giro di pochi attimi, prima sul colpo di testa di Samuel e poi sul tap-in di Milito. Inoltre, resiste per tutti i 90′ nonostante l’infortunio muscolare provocatogli dalle zolle […]


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Frey 7.5: portieri così a Genova non se ne sono mai visti. Relativamente poco impegnato rispetto al dominio interista del gioco, compie due autentici miracoli nel giro di pochi attimi, prima sul colpo di testa di Samuel e poi sul tap-in di Milito. Inoltre, resiste per tutti i 90′ nonostante l’infortunio muscolare provocatogli dalle zolle irregolari del manto erboso. Braveheart.

Dainelli 6: in una partita completamente votata alla difesa, non perde mai di vista il lontano parente del Milito che pochi anni fa aveva fatto sognare il Ferraris prima e il Meazza poi.

Granqvist 6.5: ancora una conferma per il centralone svedese. Non pensa solo a difendere, anzi  proprio dai suoi piedi partono diverse iniziative offensiva, o almeno di manovra. Peccato per il gol regolare annullato.

Kaladze 6: come Dainelli, non concede molti spazi ad un Pazzini decisamente troppo nervoso.

Moretti 6: prestazione diligente sulla corsia di sinista, ha provato diverse volte ad avanzare sulla fascia.

Mesto 5.5: partita strana del vicecapitano rossoblù. Rimedia ai diversi tocchi imprecisi con la solita corsa a perdifiato, ma si perde di vista Nagatomo (non certo una torre incontrastabile), in occasione del gol.

Veloso 6: appena gli arriva la palla nei piedi, si porta in avanti con la speranza di pescare qualche movimento offensivo ma, avendo quasi tutti i compagni alle spalle, il lancio alla “viva il parroco” è d’obbligo. Non potendo distinguersi per le sue vere capacità, contribuisce alla causa con corsa e grinta.

Constant 6.5: sufficienza abbondante di fiducia per il centrocampista guineano. Più partecipe e più volenteroso, esce tra gli applausi di quel pubblico che poco più di una settimana prima l’aveva fischiato. Figliol prodigo? (14′ st Jankovic 5: il suo ingresso doveva dare brio all’attacco rossoblù, ma di fatto non cambia le sorti della gara).

Rossi 7. Sette, come il numero sulle spalle. Sette, come i polmoni che mette al servizio della squadra. Sette, perché  il capitano, con la sua tenacia e la sua grinta, dà, ancora una volta, una grande lezione di genoanità. Genoano.

Merkel 5.5: prova opaca del genietto tedesco. Tenta in tutti i modi ad entrare nel gioco, ma il provincialissimo 5-4-1 non può che penalizzare le sue doti di proposizione offensiva. (29′ st Caracciolo s.v: qualche sponda buona, qualche errorino, comunque poco, in poco tempo per poter giudicare.)

Zè Eduardo 6: prova generosa del numero 9 rossoblù. Lasciato completamente in balia della retroguardia nerazzurra, non può che annaspare data anche la poca preparazione atletica. Si distingue per impegno. (5′ st, Pratto 6: dà corsa, grinta e determinazione ad un reparto che fino a quel momento poteva contare solamente su il rientrante Zè Love. Riempe le lacune tecniche, con un impegno quasi stakanovista).

Malesani 5: impostare una gara alla “Primo: non prenderle” non paga. I problemi nel reparto avanzato sono comprensibili, ma partire arroccati in difesa, in una match tra le mura amiche del Ferraris contro un’Inter così mediocre, è veramente un peccato.

In panchina: Lupatelli, Seymour, Jorquera, Marchiori

Inter: Julio Cesar 6.5, Zanetti 6, Lucio 6.5, Samuel 6.5, Nagatomo 6.5, Motta 6, Poli 5 (Obi 6), Cambiasso 6, Faraoni 5 (Alvarez 6.5), Milito 5 (Forlan 6), Pazzini 5. Allenatore: Ranieri. In panchina: Castellazzi, Cordoba, Zarate, Muntari.

Direttore di gara: Banti 4. Come Rocchi in Bologna – Milan, sbaglia dai piccoli interventi agli episodi clamorosi come il gol annullato a Granqvist e il contatto irregolare di Pazzini su Dainelli in occasione del vantaggio interista. La frittata è servita.

Daniele Zanardi

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