PREZIOSI: «Crisi? Ma quale crisi?»

Il presidente: «Non faremo drammi anche se perderemo a cagliari». E sullo stadio: «Il nostro desiderio è di rimanere al Ferraris. Andremo alla riunione per ascoltare proposte diverse, ma quel progetto di cui si parla mi sembra molto virtuale».


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Due sconfitte non cancellano il frutto del lavoro, non spazzano i risultati degli ultimi anni e, soprattutto, non pregiudicano il futuro. Questo il messaggio che il presidente ha consegnato alla squadra, in un incontro durato una manciata di minuti. «Crisi? Ma quale? Non so cosa voglia dire. Di crisi sarebbe appropriato parlare in presenza di una società e una squadra allo sbando. Non il nostro caso. Siamo dispiaciuti per i nostri tifosi, per noi stessi, ma lo sport impone di accettare i verdetti del campo. Complimenti al Lille». Le ultime gare non intaccano la sua stima nel gruppo. «Ho piena fiducia, perchè i valori ci sono. Le sconfitte lasciano sempre l’amaro in bocca. La mia presenza serve a gestire la situazione in questi momenti, è troppo facile quando le cose vanno bene. Presto ci rialzeremo». Tour de force e infortuni complicano la vita. «Fino a metà novembre dovremo stringere i denti, ma non ci appelliamo ad alibi, come non faremmo drammi se dovessimo perdere a Cagliari».

Come ha visto i giocatori? «Non ho visto facce allegre. Vediamo di metabolizzare la partita, sono qui per aiutare tutti». E’ un Genoa che resta in corsa su ogni fronte. «In campionato siamo nella parte sinistra, l’importante è non perdere tranquillità. Solo chi non lavora, non commette errori e ognuno saprà serenamente assumersi le proprie responsabilità. A cominciare da me». Mercato o non mercato? «Non ci siamo mai tirati indietro, se c’è la necessità di intervenire. Ma ora è presto per parlarne, prima ci chiariremo le idee. In ogni caso interverremo solo per elementi di qualità». L’esperienza europea si sta rivelando importante. «Anche per me, molto istruttiva. Più che un traguardo, la vivo, appunto, come un’esperienza. Bisogna crederci, i giochi non sono fatti. Con il senno di poi, forse avremmo dovuto muoverci diversamente. Ma è bello anche così perché è esperienza e, girando l’Europa, abbiamo capito alcune cose: verrano utili in futuro». Una parentesi sullo stadio: apertura sì, apertura no? «La risposta la daremo direttamente alla sindaco e non a mezzo stampa. Rientra nei miei doveri istituzionali, come motivare le decisioni. Io la penso sempre alla stessa maniera: con la massima serenità, prenderemo parte a un incontro nei prossimi giorni. Il nostro desiderio è di rimanere al Ferraris. Andremo alla riunione per ascoltare proposte diverse, ma quel progetto di cui si parla mi sembra molto virtuale».

 

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