Le tre gare in una settimana apporranno la parola definitiva sul Genoa. Tutte sfide impegnative, ciascuna delle quali nasconde un’incognita. Dall’Atalanta alla Fiorentina, passando per la trasferta di Cagliari. Due al Ferraris, una in Sardegna appena dopo Natale. Lo spogliatoio rossoblù deve capire la delicatezza del momento (basta dare uno sguardo alla classifica, Prandelli l’ha già fatto) e l’importanza della posta in palio: nove punti in sette giorni. Tanti, tantissimi. Tra le curve grasse delle festività passa una fetta di stagione, una porzione di salvezza da conquistare passo dopo passo. Senza sbavature.
Il Genoa ha delle ottime individualità in difesa e in attacco. Calciatori come Biraschi, Piatek, Romero e Kouamé sono un lusso impossibile da rintracciare nelle squadre che popolano la parte destra della classifica. Il Grifone, tuttavia, ha dato una sola risposta di squadra, durante il derby. Per il resto i problemi rossoblù hanno nella fragilissima tenuta del risultato il loro minimo comune denominatore. Troppi gol incassati, così come troppe sono le rimonte subite che hanno bruciato un capitale. Ci vuole la versione più cattiva del Grifo per rimpolpare la classifica.
Prandelli è chiamato a fare la differenza. L’allenatore bresciano può essere il miglior acquisto di gennaio del Genoa se metterà a disposizione la sua esperienza e la profonda conoscenza del calcio. Da lui ci si aspetta qualcosa di nuovo, mica d’innovativo, che porti una ventata di aria fresca alla disposizione tattica del Grifone. In carriera gli sono riusciti dei veri e propri colpi di genio, da Maggio esterno di spinta a Jørgensen rivisitato come terzino e Stefano Fiore ala pronta a chiudere le triangolazioni con Toni. A Roma i tornanti di centrocampo non hanno mai giocato così alto negli ultimi anni, in più gli inserimenti senza palla di Hiljemark hanno sortito effetti positivi. Non basta. Prandelli può dare di più. Le tre gare in una settimana metteranno la parola definitiva sul Genoa.
