É una ferita aperta, che fa ancora tanto male. Nonostante siano passati già cinque anni dal crollo del viadotto sul Polcevera, Genova non ha scordato le sue 43 vittime. Per i genovesi era affettuosamente “Brooklyn”, per tutti era “Ponte Morandi”, dal nome dell’architetto che lo progettò a inizio degli Anni ’60. Chi ha memoria del passato, custodisce il proprio futuro. Ancora oggi ricordiamo l’emozione della folla immensa ai funerali, del sentito cordoglio di Genoa e Sampdoria, degli occhi lucidi di mister Ballardini dietro i suoi occhiali neri e del pianto di Tullio Solenghi nell’elencare i nomi dei 43 angeli. Così vogliamo ricordare i nomi e i cognomi delle persone innocenti che sono salite in cielo a causa dell’incuria dell’uomo:
Luigi Matti Altadonna, 35 anni
Melissa Bastit, 22 anni
Giovanni Battiloro, 29 anni
Camilla Bellasio, 12 anni
Manuele Bellasio, 16 anni
Francesco Bello, 41 anni
Matteo Bertonati, 26 anni
Stella Boccia, 24 anni
Admir Bokrina, 32 anni
Giovanna Bottaro, 43 anni
Elisa Bozzo, 34 anni
Alessandro Campora, 55 anni
Juan Ruben Figueroa Carrasco, 60 anni
Bruno Casagrande, 57 anni
Cristian Cecala, 43 anni
Crystal Cecala, 9 anni
Andrea Cerulli, 47 anni
Marta Danisi, 29 anni
Marius Djerri, 22 anni
Giorgio Donaggio, 57 anni
Gerardo Esposito, 27 anni
Alberto Fanfani, 32 anni
Nathan Gusman, 21 anni
Henry Diaz Henao, 28 anni
Francesco Licata, 57 anni
Anatoli Malai, 44 anni
Dawna Munroe, 42 anni
Axelle Place, 19 anni
Juan Carlos Pastenes Rivillo, 64 anni
Ersilia Piccinino, 41 anni
Claudia Possetti, 47 anni
William Pouzadoux, 22 anni
Leyla Nora Rivera Castillo, 47 anni
Roberto Robbiano, 44 anni
Samuele Robbiano, 7 anni
Alessandro Robotti, 50 anni
Marian Rosca, 36 anni
Gennaro Sarnataro, 43 anni
Antonio Stanzione, 29 anni
Carlos Jesus Erazo Trujillo, 23 anni
Mirko Vicini, 30 anni
Andrea Vittone, 49 anni
Angela Zerilli, 58 anni
Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, emanate stamane dal Quirinale: «Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza.
Nel quinto anniversario del crollo, con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile.
Una vicenda che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l’imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell’Italia. Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini.
Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l’iter processuale, con l’accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni.
Con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta forza ricostruttiva.
Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società.
Un risultato importante che dimostra ancora una volta come l’Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di sé nell’unità».