Piatek-show entra nel club dei pokeristi del Genoa

Il polacco si trova in ottima compagnia con Giacomo Neri, Angelo Cattaneo, Juan Carlos Verdeal e Mario Boyé. Marcature mutiple d'altri tempi

Piatek Preziosi
Piatek batte quattro (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Piatek ha impiegato poco più di mezz’ora per entrare nella storia del Genoa. Primo rossoblù a farne quattro in una partita di Coppa Italia, quinto considerando anche il campionato italiano. Una grandinata abbattutasi sul malcapitato Lecce tra il 2′ e 35′ di gioco. Piatek entra nel club dei “pokeristi” genoani, una ristretta cerchia di eletti dell’Olimpo del Grifone. La marcatura multipla del polacco, però, non è la più veloce della storia del Genoa. Il record resta di proprietà di Giacomo Neri e fu siglato contro il Bari nel gennaio del 1941: quattro gol in tredici minuti, tra il 75′ e 88′.

Nel prestigioso club dei pokeristi Piatek si trova in ottima compagnia assieme ad Angelo Cattaneo (trentasette minuti per fare quattro gol al Bari nel 1939), Verdeal (quattro alla Fiorentina nel 1947 in venticinque minuti) e Mario Boyé (poker alla Triestina nel 1950 realizzato nello stesso tempo dell’attuale n.9 polacco). Una serata magnifica, quella di Piatek. Che ne realizzerà il senso tra qualche mese, quando avrà assimilato a pieno la storia di questo glorioso club. Non tutti i centravanti del Genoa sono entrati nel libro dei primati rossoblù: lui ce l’ha fatta al primo colpo, alla prima partita ufficiale.

Piatek ha massimizzato gli indicibili errori della difesa salentina, soprattutto nel primo tempo quando i quattro del Lecce davano l’impressione di essersi conosciuti dieci minuti prima negli spogliatoi. Il Genoa ne ha approfittato da squadra (perché senza le giocate dei compagni non ci sono i gol di Piatek). Tre di testa e uno di piede, realizzato dopo una diagonale di venti metri. Potenza, intelligenza, senso del sacrificio e cattiveria in area di rigore: ecco il repertorio del nuovo idolo dei genoani. C’è tempo per assomigliare a Lewandowski: per il momento Piatek lo ricorda nell’esultanza, con gli avambracci incrociati e le dita a mimare delle pistole fumanti. Una mimica vista quattro volte in poco più di mezz’ora. Giusto il tempo per entrare nella storia del Genoa.

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