Perin: «Disciplina è amare ciò che si odia fare»

Il portiere della Juventus, ex Genoa, ai giovani: «Cullate i vostri sogni e dedicategli tempo»

Perin
Mattia Perin (screen di Orientamenti ON AIR)

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«Siate affamati, curiosi di cultura, di voi stessi e delle persone: ciò vi renderà delle persone migliori». Sono le parole pronunciate da Mattia Perin a Orientamenti 2023, la kermesse di Genova sul futuro dei giovani. «Cullate i vostri sogni, dedicategli tempo: abbiate disciplina, che significa amare ciò che si odia fare, e create un rapporto con questa parte di voi stessi» spiega l’attuale portiere della Juventus, ex Genoa, dopo l’intervento di Bani.

Sul palco dell’evento, Perin scherza con Luca De Prà: «É stato un mio allenatore al Genoa, l’ho fatto diventare famoso». Il portiere, autore di uno straordinario intervento, prosegue: «Il 99% dei calciatori prova paura prima della partita. Io le parlo attraverso una scienza che si chiama “voice dialogue”, le chiedo di scendere in campo con me, la affronto: quando sparisce, emerge il lato competitivo e l’attenzione cresce. Io ho paura e chi lo nega, mente. I momenti più bui sono quelli che fanno crescere, non ho mai visto uno sportivo imparare da una vittoria. La vita ha bisogno di obiettivi, e anche il loro mancato raggiungimento è un motivo di successo perché ci hanno fatto muovere dalla zona di comfort».

Perin prosegue: «Sarebbe bello se nelle scuole si insegnasse educazione motiva, lavorare sulla salute mentale migliora la vita: lo dico perché l’ho provato dopo cinque gravi infortuni in poco tempo che mi avevano fatto pensare di smettere di giocare a calcio. Devo usare la mia mediaticità per le persone, altrimenti che cosa “lascio” a chi mi segue? Le foto degli allenamenti, e basta?».

Imbeccato da un genoano di tredici anni, Perin torna sul suo addio al Genoa: «Ho scelto la Juventus e il ruolo da dodicesimo perché mi piacciono le sfide. Le altre squadre che mi cercavano non avevano gli stessi obiettivi dei bianconeri: in quell’anno arrivò Cristiano Ronaldo. Il Genoa è casa mia, sono cresciuto come uomo e come calciatore. Tornai dopo essermi frantumato una spalla reduce da nove mesi di infortunio, mi chiamò il presidente Preziosi e mi diede fiducia: eravamo ultimi, stavamo sotto alla Gazzetta dello Sport (ride, ndr) ma facemmo una salvezza miracolo con mister Nicola. Anche l’anno successivo ci salvammo bene con Ballardini. Al Genoa ho dato tutto, a Sassuolo giocai 70′ persino con il crociato rotto, e mi fa piacere ricevere gli applausi dei tifosi rossoblù».

Genoa Pianetagenoa1893.net Gilardino Gudmundsson

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