Perché Gilardino effettua sempre le cinque le sostituzioni a disposizione?

E’ mai possibile che un atleta, che si è allenato per una settimana, non riesca a giocare 90 minuti più recupero, tutti interi?

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Doveva essere la tipica partita da 0-0 quella di ieri tra Torino e Genoa. Ma, si sa, il calcio è uno strano fenomeno per cui offre quasi sempre situazioni improvvise, strane, imprevedibili.
E così ecco che dallo zero a zero si è passati a un successo granata assolutamente immeritato, considerato il gioco espresso dal Torino. Era la partita che il Genoa non meritava di perdere e che il Toro non meritava di vincere.
Gilardino, furioso, è scappato rabbioso nello spogliatoio, pensando a che bello sarebbe stato il punto quasi raggiunto, ma che è stato perso purtroppo nel finale di gara. Tutto sommato, la squadra si era dimostrata competitiva, senza fare nulla di eccezionale, ma difendendosi con ordine di fronte alle noiose manovre semi-offensive dei padroni di casa e cercando, in verità raramente, di sorprendere in contropiede gli avversari.
Ovviamente si è sbagliato molto, soprattutto in quella specie di blocco che prendeva i rossoblù nei passaggi sbagliati, nelle triangolazioni imprecise, in quei lanci lunghi che non servivano a molto, visto che il povero Retegui, appena stoppava la palla con le spalle alla porta, veniva puntualmente sbattuto a terra, senza che un modestissimo arbitro dicesse nulla. Il centravanti è stato massacrato letteralmente: noi pensavamo che quando un giocatore viene con forza sbattuto a terra con spintoni grossi come una casa, qualcosa dovrebbe smuovere il cervello del direttore di gara, chiedendosi se non fosse il caso di difendere un po’ di più l’attaccante.
Comunque un interrogativo che ci siamo posto dopo la gara è stato questo: per quale ragione Gilardino, effettua tutte e cinque le sostituzioni a disposizione? Quelli usciti stavano davvero male? Che avevano addosso? Stanchezza, infortuni, deconcentrazione? Ci chiediamo: uomini come Strootman, come Badelj, come Sabelli, come lo stesso Malinovskyi stavano così male da doverli cambiare? Diciamo questo al di là dell’ingenua esibizione di Hefti (può succedere a tutti), perché, ad esempio, se ci fosse stato Sabelli, che aveva tamponato sempre bene le manovre avversarie, che era entrato nella gara con foga e convinzione, forse si sarebbe evitata quella brutta figura di Hefti, a cui l’avversario è sgusciato via come un pesciolino dalle mani di un bimbo.
Saremmo davvero curiosi perché Gilardino, ogni volta, cambia tutti i giocatori cambiabili. E’ mai possibile che un atleta, che si è allenato per una settimana, non riesca a giocare 90 minuti più recupero, tutti interi? Per noi rimane il mistero di Gila.
Comunque gli uomini ci sono, è solo che manca la consapevolezza che nella massima serie anche un solo errore può costare una sconfitta.
In fondo, al di là dell’ingenuità di Hefti, durante la gara si è visto un Genoa dignitoso che ha fatto il suo dovere, cioè una difesa attenta e mai caduta nei continui ma inutili palleggi avversari.
Così come il valore dei vari Retegui, Malinovskyi, Strootman e Vasquez c’è tutto. Si tratterà di battere, durante gli allenamenti, sulla questione più psicologica e, soprattutto, di attenzione di fronte a situazioni che in questo campionato stanno capitando spesso.
La pausa per le nazionali servirà a colmare questa lacuna e quando arriverà il “Ciuccio” chissà che non si riveda la bella formazione che ha vinto a Roma contro la Lazio.
Vittorio Sirianni

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